AMMODERNAMENTO DELLA RETE IDRICA, L’ENNESIMO BUCO NELL’ACQUA?
Al termine di una delle stagioni autunnali meno piovose degli ultimi anni, a San Terenziano c’è già chi si interroga su quali saranno le condizioni della rete idrica la prossima estate. Sono anni infatti, che questa frazione del comune di Gualdo Cattaneo, ma come questa ce ne saranno indubbiamente molte altre in tutta l’Umbria e oltre – basti pensare alla tragica situazione di Messina –, è costretta a fare i conti con costanti sospensioni o riduzioni del servizio di erogazione dell’acqua potabile. Situazione che soprattutto nei caldi mesi estivi genera disagi e malumori. Nonostante il referendum del 12 e 13 giugno 2011, il territorio non è stato in grado di percepire alcuna sostanziale differenza né sul piano tariffario, né rispetto alla qualità del servizio. La questione del mancato snellimento degli importi dovuti ai gestori del servizio idrico in realtà non sorprenderà gli addetti ai lavori, ai quali sarà da tempo ben chiaro che l’aver abrogato la voce “remunerazione del capitale investito” per sostituirla con “oneri finanziari” si traduce in una sostanziale vanificazione dello stesso quesito referendario. Anche per quanto riguarda la qualità del servizio la situazione continua a rimanere critica. Ciò che più di tutto sembra mancare infatti, è la capacità di studiare un programma di ammodernamento efficace e dilazionato nel tempo che possa portare la rete a funzionare adeguatamente senza il continuo ricorso ad interventi di manutenzione straordinaria che oltre a costringere gli utenti a continui disservizi, costituiscono un’evidente spreco di denaro. Come in ogni singola ramificazione della sfera politica dunque, ciò che pur essendo imprescindibile continua ad essere trattato con estrema superficialità è la programmazione, la capacità di guardare oltre la punta del proprio naso e oltre il breve termine. Non c’è altro modo di mostrare attenzione alle esigenze del territorio al di fuori di questa logica, e la pubblica amministrazione, così come la società partecipata che gestisce il servizio idrico per conto del comune, la VUS Spa, hanno il dovere inderogabile di far fronte ad una simile carenza. D’altronde non c’è modo migliore per permettere al cittadino di sentirsi realmente al centro dell’attenzione degli organi che dovrebbero gestirne gli interessi, al di fuori del coinvolgimento, della condivisione di piani e programmi di sviluppo che possano favorire non solo un aumento della consapevolezza, ma anche e soprattutto il desiderio di partecipare. Perché ciò sia possibile però, è più che mai indispensabile che si sappia chiaramente come si vuole agire, altrimenti sarà l’ennesimo buco nell’acqua. Sperando che ci sia.