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ELEZIONI REGIONALI, HA VINTO LA PROIETTI O PERSO LA TESEI?

L’incertezza degli ultimi giorni si è presto trasformata lunedi in una marcia trionfale della Sindaca di Assisi e Presidente della Provincia Stefania Proietti verso la vittoria. La sensazione che la Presidente della Regione uscente Donatella Tesei stesse rimontando, almeno in chi scrive, era forte ma alla fine così non è stato e dopo appena un mandato si è conclusa l’esperienza di Governo della destra in Umbria. Diciamo subito una cosa, le elezioni regionali hanno valore locale e vanno prese per tali, inutile dargli una lettura politica generale: pensare che sia cambiato il vento è sbagliato così come lo è credere che le coalizioni costruite su tematiche e situazioni territoriali vadano bene a prescindere per Roma. Quando si devono affrontare i grandi temi, pensiamo ad esempio alla politica estera e alla posizione sulle guerre, la mediazione e la sintesi dei campi larghi sembrano ad oggi pressoché impossibili.
Detto questo il primo dato su cui tutti dobbiamo riflettere anche questa volta è quello dell’astensione. Non dobbiamo abituarci al fatto che metà degli aventi diritto non vadano alle urne. Il dibattito sullo stato di salute delle democrazie è marginale e relegato al massimo agli ambiti accademici. Quale sia la strada che dovrebbero intraprendere le democrazie occidentali, quando per democrazia intendiamo partecipazione alle decisioni; come costruire una società in cui il singolo individuo si senta parte di una collettività, non riguarda purtroppo l’opinione pubblica: giornalisti, politici e gli stessi cittadini sembrano indifferenti a queste questione.
Chi governa non ha interesse a delegittimare il proprio potere parlando del primo partito, quello del non voto. Giornalisti e opinionisti relegano ai  titoli di coda il tema e parlano semplicemente di superiorità del “modello democratico occidentale” a priori. Chi la democrazia dovrebbe praticarla, mi riferisco ai cittadini, vive nell’indifferenza anche a causa del fatto che molto spesso gli annunci e i cambiamenti promessi sono disattesi dai governi di turno.
Domandarsi perché in Umbria ha votato solo il 52,30% degli aventi diritto, in calo del 12,39% (64,39% alle regionali ’19), e a Gualdo Cattaneo il 59,66% degli aventi diritto, meno 8,14% rispetto a cinque anni fa ( 67,80% alle regionali ’19); costruire modelli di partecipazione al dibattito democratico, pensare e praticare nuove forme di partecipazione dovrebbero essere le priorità della classe dirigente ma purtroppo ciò non accade a Gualdo, a Palazzo Donini e a Roma.

Se i numeri dell’astensionismo sono stati sfiorati solamente nel dibattito, analisi approfondite sui dati delle Elezioni le troviamo in qualsiasi testata.

Proietti vince in 49 comuni su 92, decisivi i più grandi: la mappa del voto

Possiamo riassumere la questione in alcuni punti fondamentali: le città hanno confermato il trend delle elezioni amministrative ed hanno premiato la coalizione di centro sinistra; le campagne e i piccoli borghi hanno ribadito di essere aree di destra; il ternano che la Presidente uscente ha provato a blindare con Bandecchi ha tradito la Tesei che proprio da quell’area aveva iniziato con uno scranno al Senato la sua mirabolante carriera avviata ormai al tramonto.

Concentriamoci su cosa è successo nel nostro Comune. Sostanzialmente è stato confermato che Gualdo Cattaneo è ancora di destra.
Confrontare dati di elezioni differenti (europee e regionali) potrebbe essere fuorviante e metodologicamente sbagliato, la vicinanza tra le due tornate può comunque essere d’aiuto a fare qualche valutazione politica generale.
Sommando i risultati delle europee di giugno dei partiti afferenti all’attuale coalizione di centro destra notiamo che dal 62,76%  si passa al al 60,88% di oggi. L’attuale “campo largo” alle europee raggiungeva il 35,59% mentre oggi arriva al 37,15% dei voti.

FOTO DATI EUROPEE 2024

 

A destra a farla da padrone alle Regionali è questa volta la lista Tesei che trainata dalla Vice Sindaco Annibali (483 preferenze a Gualdo Cattaneo, una in più rispetto alle comunali di Giugno) arriva al 25,66% (18,35% cinque anni fa). Campanello d’allarme che per ora non desta preoccupazione il risultato di Fratelli d’Italia 13,41% che naturalmente cresce rispetto a cinque anni fa (9,35% Regionali’19) ma cala vistosamente rispetto alle europee (40,30% ). Forza Italia con il suo 7,43% paga pegno sia rispetto a cinque anni fa (8,67% Regionali ’19) che rispetto alla tornata elettorale di pochi mesi fa (12,37% alle ultime europee). L’effetto Valentini che aveva messo le ali a Forza Italia a Giugno questa volta non c’è stato probabilmente per l’aiuto dato alla sua Vice Sindaco. Preoccupante la Lega con il suo 8,03%, stabile rispetto alle europee in cui aveva raggiunto 8,66% ma drammaticamente in calo se si pensa che cinque anni fa aveva nel nostro territorio il 33,22% dei voti.

Dati Lista Tesei G.Cattaneo

La coalizione a sostegno della Proietti viaggia a corrente alternata e non sfonda nel nostro comune. I cinque stelle sono ancora più in crisi che altrove 2,09%. Alle Europee di giugno il 7,66% e il 4,52% alle Regionali del ’19. Le liste di sinistra dentro e fuori la coalizione sono impalpabili e i civici inconsistenti. In pratica la sinistra a Gualdo non esiste fuori dal Partito Democratico anche se mi sembra un’azzardo definirlo tale.
Il risultato del PD gualdese può sembrare ottimo 27,83% solo tre punti inferiore alla media regionale, in grande crescita rispetto alle europee di giugno (21,76%) e alle regionali di cinque anni fa (17,37%). In realtà da un’analisi più attenta si deduce che il numero dei voti non è esploso (693 Regionali ’24 – 656 Europee e 515 Regionali ’19). La serie di eventi promossi dai Consiglieri Comunali di minoranza Bordoni, De Luca e Pensi che hanno portato Vannini e Stramaccia candidati, Furfaro Deputato e membro della segreteria oltre alla Schlein non ha aiutato a conquistare tanti voti fuori dall’alveolo dello zoccolo duro. L’effetto Elly ha semplicemente compattato i fedelissimi e prosciugato le liste della coalizione.

Dati Lista Proietti Gualdo Cattaneo

il trend di un PD mattatore si conferma anche a livello regionale: nove consiglieri sono tanti e, le uniche forze della coalizione che hanno eletto, Alleanza Verdi Sinistra, Movimeto 5 Stelle e Umbria Domani (lista della Presidente) insieme alla stessa Proietti, rischiano di essere soffocati da un partito che da sempre ha nel dna la voglia di fagocitare gli alleati. Renzi e Renziani, come da programma, non pervenuti.

Gli eletti in Consiglio Regionale

A destra l’unico che può quasi cantare vittoria è Romizi, il più votato con le sue 10.345 preferenze. Quanto la sua candidatura o quella di Agabiti (in grande spolvero anche la signora del Tartufo con 7.225 preferenze) avrebbero potuto cambiare le sorti della partita come a destra si mormora non è dato sapersi: la storia non si fa con i se, certo è che peggio di così forse non poteva andare.
Perché ha perso la Presidente uscente? La vulgata post elettorale a destra è: alla Tesei è mancata la capacità di comunicare le tante cose buone fatte. Io penso che sostanzialmente ci siano invece due motivi, uno è il disastro della sanità: malgrado nell’ultimo periodo si sia tentato di costruire la narrazione della colpa a chi c’era prima, nonostante la miriade di numeri sciorinati ad ogni comizio e in ogni dove in cui si raccontava che tutto va bene, gli umbri che sono andati a votare e forse anche quelli che non l’hanno fatto si sono regolati sulla propria esperienza (basta prenotare un qualsiasi esame o andare in ospedale per rendersi conto dello stato della sanità) più che sugli spot elettorali.
Secondo motivo è “tattico”: l’Onorevole Zaffini e Fratelli D’Italia non ne hanno azzeccata una, i tanti voti alle politiche e il vento che spira a destra ha ingolosito troppo: la voglia di provare a prendersi tutto dando per scontate le vittorie di Terni e Perugia prima e della Regione poi ha portato all’harakiri. Il primo passo verso la sconfitta di ieri è iniziato probabilmente a Terni con le comunali del 2023: la mancata riconferma di Latini (Lega) ha portato alla sconfitta di Masselli (ormai ex FdI) e alla elezione di Bandecchi. Le tensioni nella coalizione di destra si sono acuite e fatte sentire nel proseguo della legislatura (si parlava di Agabiti e Tesei ai ferri corti) e anche nella sonora e in parte inaspettata sconfitta di Perugia di giugno 2024 con la Scoccia (FDI) incapace di capitalizzare il consenso politico. L’assalto da parte del partito della Meloni alla Regione in queste condizioni era ormai impossibile e quindi non si è potuto forzare per sostituire la Tesei, con poco appeal e sostenuta da un partito in caduta libera.
E la Proietti? Ha fatto una buona campagna elettorale sostenuta in primis dalla Sindaca di Perugia Ferdinandi ed ha dimostrato grande tenacia: ora però arriva il bello, governare e risolvere i problemi come promesso. La sua anima moderata e centrista piacerà al popolo della sinistra? Sarà cambiamento, ordinata e semplice amministrazione o restaurazione del pessimo modello di governo targato PD del periodo Marini? Nessuno ha la bacchetta magica e personalmente non ho capito bene quale sia il progetto per l’Umbria, vedremo strada facendo. Dalla sua parte la Presidente Proietti ha comunque un punto di forza: fare peggio degli ultimi anni è veramente difficile.

 

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