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ENTRATE DEL BILANCIO DI GUALDO CATTANEO: LUCI ED OMBRE SULLE SCELTE DELL’AMMINISTRAZIONE VALENTINI

Nel Dup 2021-2023, il documento attraverso cui l’Amministrazione pianifica l’attività dei prossimi anni, Valentini e la sua maggioranza si pongono ambiziosi obiettivi per quanto concerne le politiche di bilancio e fiscali. In sostanza si promette di tutto un po’: “Riduzione e razionalizzazione dei servizi” e “l’ampliamento dei servizi alla persona” (sono curioso di capire come si può ridurre e ampliare i servizi allo stesso modo!), dal “controllo della spesa del personale” al”migliorare il coordinamento tra risorse comunali, regionali e private” tutto naturalmente senza spiegare come. Si scrive che ci sarà un“continuo aggiornamento dei progetti, anche se quali non è dato sapere, per possibili finanziamenti o contributi in arrivo da regione, stato e unione europea”. La giunta Valentini infine pianifica“una seria politica di regolarizzazione fiscale” e “una riduzione della pressione fiscale”.

La “riduzione delle previsioni di entrata” di cui si parla nel Dup, sono smentite dai numeri del bilancio preventivo 2021 redatto dall’ente, difatti le entrate correnti (quelle necessarie a finanziare le uscite che l’ente sostiene per il suo funzionamento ordinario e la gestione quotidiana) di natura tributaria, contributiva e perequativa previste, ammontano a 4.023.298€ pari al +5,8%rispetto al previsionale 2020 (3.802.352€) e al +6,3% di quello del 2019 (3.782.034€). Le previsioni “perequative”, quei fondi di solidarietà che lo stato trasferisce agli enti locali per riassestare squilibri tra comuni, sono in linea con quelle dello scorso bilancio. È lapalissiano quindi che la diminuzione delle tasse su cui spesso le destre fanno una campagna ideologica resti, alla resa dei fatti della prova di governo, una questione per pochi o come in questo caso una semplice postilla nel Dup. L’addizionale Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche che i lavoratori dipendenti pagano direttamente in busta paga, è stata modificata: l’Amministrazione Valentini, ha messo in pratica le richieste presentate lo scorso anno dalla minoranza la quale chiedeva con un emendamento al bilancio (tecnicamente non eseguibile) la revisione dell’imposta e la creazione di vari scaglioni in base ai redditi. La giunta di centro destra se dal punto di vista del risparmio per i cittadini fa una scelta poco rilevante, condividendo l’impostazione ideologica dell’opposizione, lancia un segnale politico chiaro. La flat tax, che da sempre piace alle destre e ciclicamente è riproposta a livello nazionale (Berlusconi in passato e ora Salvini e Meloni), è iniqua e la toglie per le competenze comunali inserendo cinque aliquote progressive in base al reddito (0,66%-0,73%-0,77%-0,79%-0,80%) e una fascia di esenzione fino a 10.000€. Perplessità contabili sorgono alla lettura dell’ipotesi d’entrata iscritta a bilancio. Come mai nelle previsioni di competenza del 2021 l’addizionale comunale Irpef si attesta sui 395.000€ superiore alle 380.000€ di quanto accertato nell’esercizio 2020 assestato se oggi abbiamo una complessiva riduzione dell’aliquota anche se minima?

L’amministrazione Valentini affronta la questione fiscale naturalmente anche per quanto concerne le altre imposte e tasse locali. Le aliquote Imu non sono oggetto di modifica rispetto al passato ma, sarà messa in piedi la cosiddetta Perequazione Catastale. Tramite una collaborazione esterna, si procederà ad una serie di accertamenti per scoprire eventuali illeciti e discrepanze tra dati catastali e realtà territoriale. Dall’azione si prevede un extra-gettito di 150.000 euro e quindi un incremento costante delle entrate anche in futuro. Se certamente l’equità fiscale e l’accertamento di eventuali illeciti o errori sono obiettivo auspicabile ad ogni livello di governo e sono atti virtuosi della maggioranza Valentini, è chiaro comunque che maggior gettito se non controbilanciato con una riduzione del prelievo magari alle fasce più deboli, stride con l’obiettivo di riduzione della pressione fiscale decantata a più riprese.

Ragionamento a parte merita la Tari, la tassa sui rifiuti. La maggioranza Valentini ha, di fatto, avallato sommessamente l’incremento, ad onor del vero minimo, dei costi previsti dal piano economico finanziario messo in atto da Auri (autorità umbra peri rifiuti e idrico). Allo stesso tempo l’amministrazione, condividendo la scelta con la minoranza, ha impiegato i fondi di solidarietà messi a disposizione dallo stato centrale per l’emergenza Covid19 per una riduzione dell’imposta a favore di attività commerciali che avevano subito chiusure.

Nella scelta politica dell’amministrazione Valentini c’è un’impostazione ideologica chiara, che si ripropone a livello locale ma che è caratteristica delle scelte di politica economica anche a livello nazionale: per rilanciare l’economia si devono sostenere le imprese e quindi il capitale, e non i redditi; una linea di demarcazione di classe come direbbe Louis Althusser. Un sostegno spesso indiscriminato che, come in questo caso, non tiene nemmeno conto di eventuali recuperi di fatturato avuti dopo le riaperture. E’ chiaro che molte attività stanno subendo la crisi post pandemica ma, allo stesso modo la stanno subendo molte famiglie che devono far fronte ad una riduzione del reddito a causa della perdita del lavoro (spesso precario e mal pagato) o della cassa integrazione. Questi soggetti a differenza delle attività hanno visto la propria tariffa della Tari aumentare nell’indifferenza dell’amministrazione locale. Inoltre le scelte politiche sui rifiuti sono miopi nel lungo periodo, infatti, non si prevedono investimenti per l’incremento della raccolta differenziata e per la riduzione del conferimento in discarica, unico modo per far diminuire i costi di smaltimento e quindi quello delle tariffe.

Ultima considerazione va fatta sulla questione prestiti.  Nel bilancio preventivo 2021 alla voce “accensione mutui e finanziamenti a medio lungo termine” sono destinati 2.062.960€, una cifra cinque volte superiore a quella prevista nell’anno 2019 in cui si stanziavano 381.516€ e addirittura 10 volte superiore a quelli accesi in media nell’ultimo triennio dell’amministrazione Pensi (poco più di 200.000€/anno). Anche se tutto sembra essere fatto nel rispetto della legge e del patto di stabilità (per i revisori il debito è sostenibile), è indubbio comunque che la contrazione di mutui cosi sostanziosi condizionerà le scelte future dell’ente che si troverà un fardello da continuare a rimborsare.

All’aumento del volume dei finanziamenti si aggiunge la rinegoziazione prestiti fatta nell’anno 2020 con Cassa Depositi e Prestiti. L’amministrazione Valentini ha proceduto a ripianificare il rimborso di mutui in essere per un importo di 2.841.931,48 con un risparmio di 199.619,00€ che sono stati destinati a spesa corrente. La rinegoziazione inoltre porterà minori oneri per l’ente fino al 2028 (si risparmieranno più di 108.000€ all’anno per otto anni) salvo poi doverli ripagare dal 2029 (circa 117.000€ all’anno per 14 anni). Dal punto di vista delle politiche di bilancio, anche se tecnicamente possibile, drenare risorse che oggi sono utilizzate al finanziamento d’investimenti per foraggiare spese corrente è quantomeno discutibile. Se a questo aggiungiamo che, il beneficio della rinegoziazione finanzierà solo le spese correnti dell’Amministrazione Valentini e i costi saranno pagati da chi arriverà dopo, la scelta da discutibile diventa una mera operazione elettorale poiché, la formica di domani dovrà faticare per pagare lo scialacquo della cicala di oggi: bel modo di guardare al futuro!

 

*le parti in corsivo sono citazioni del Dup 2021-2021, tutti i dati di bilancio riportati sono presi dal sito dell’ente o dal sito openbilanci.it