Gualdo Cattaneo perde un pezzo di storia
Ha destato enorme clamore, e non poteva essere altrimenti per un’infinità di motivi, la recente chiusura di un’attività storica di Gualdo Cattaneo a seguito di una visita ispettiva congiunta di Nas e Ispettorato del lavoro. Le accuse che pendono sulla testa dell’imprenditore sono diverse e pesanti, sia per l’ingente ammenda subita, 30.000€, sia per le implicazioni penali derivanti dalle mancanze riscontrate in termini di sicurezza sul lavoro e regolarità dei rapporti lavorativi. Certo, dire che la cosa era del tutto inattesa e inimmaginabile probabilmente non sarebbe onesto, tuttavia la coordinazione e la decisione dei provvedimenti messi in atto – tutti i locali dell’attività sono stati sottoposti a sequestro giudiziario nel giro di una decina di giorni dopo il controllo – è parimenti qualcosa di non ordinario. Qui le speculazioni si accendono e viene fuori di tutto, dalle frizioni con gli ex-dipendenti ai rapporti non esattamente idilliaci con i vicini, quello che è certo, però, è che Gualdo Cattaneo perde l’ennesima attività commerciale del proprio centro storico. Il tutto, senza che allo stato attuale si scorga una qualsivoglia forma di progetto per invertire la tendenza. L’amministrazione Valentini, al di là dei classici proclami sentiti in ogni campagna elettorale, si scontra con una realtà ben più complessa di quanto immaginava probabilmente e, con la complicità di 2 anni non esattamente fiorenti per l’economia italiana, il futuro delle attività gualdesi sembra quello dell’inesorabile declino. Il fattore trainante è sicuramente il costante ed impietoso calo demografico, ma anche qui, l’assenza di progetti reali, e parlo di tutti i fronti della governance – locali, regionali e perfino nazionali – per incentivare la rinascita delle aree rurali rimane una colpa di cui presto o tardi il nostro Paese sarà chiamato a pagare il prezzo. Neppure la recente assegnazione di un bando finanziato con 30.000€ dell’Unione Europea vinto nel 2018, è riuscito a dare i frutti sperati. Dell’apertura di un negozio di prossimità che il progetto sovvenzionava infatti, non sembra esserci traccia concreta, e la piccola bottega che da questa estate si affaccia sulla piazza, si capisce subito che è pensata per eventuali turisti ed è abbastanza distante dalle esigenze dei paesani.
Sul fronte futuro poi, neanche i bandi PNRR, che si susseguono a strettissimo giro e con incombenze spesso molto importanti per gli uffici tecnici dei piccoli comuni, sembrano delineare una visione d’insieme troppo chiara al di fuori della transizione energetica. Lo stesso bando per la rigenerazione urbana dei comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, sostanzialmente pone come unico requisito per avanzare nella graduatoria, un indice di vulnerabilità sociale sufficientemente alto (cioè negativo) anziché il valore del progetto presentato. La sensazione è quella di una spartizione di fondi a pioggia per i Comuni più in difficoltà e poi quel che viene viene, l’importante è fare qualcosa. Non esattamente un incentivo ad elaborare progetti condivisi e con un respiro tale da poter dar vita a vere iniziative di rilancio e riqualificazione dei territori marginali.
Così non resta che sperare nelle iniziative dal basso. Ancora una volta, per gli abitanti di Gualdo Cattaneo, l’unica soluzione sembra quella di affidarsi a se stessi, o meglio, ai pochi che nonostante tutto decidono di rimanere. Uno scenario che sottolinea ancora una volta, qualora ve ne fosse stato bisogno, la distanza che tante volte divide i dati regionali dalla realtà del territorio. Perché se da una parte la giunta regionale sbandierava prospettive di crescita del 4% prima della guerra in Ucraina – che sicuramente sta già incidendo e non poco su ogni aspetto della vita economica – la sensazione è che di strada da fare per vedere questa crescita sia ancora molto lunga. E mentre aspettiamo, Gualdo Cattaneo segna l’ennesimo impietoso -1 sull’elenco delle proprie attività.