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Nuovi aumenti e vecchi progetti, la circolarità interrotta dei rifiuti in Umbria

Lo scorso 27 maggio, in seno all’ultimo Consiglio Comunale di Gualdo Cattaneo, si è tornato a parlare di rifiuti e delle implicazioni del Piano regionale per la gestione dei rifiuti (di cui abbiamo parlato qui), in un contesto che vede il nostro gestore, VUS S.p.a. alla prese con grandi manovre riorganizzative. Il 18 maggio infatti, si era riunita l’Assemblea dei sindaci dell’AURI (Autorità Umbra Rifiuti e Idrico) per deliberare l’approvazione del Piano Economico e Finanziario (PEF) del Sub Ambito 3, ovvero quello del comprensorio Foligno – Spoleto, la cui votazione è poi stata riportata nei consigli dei singoli comuni.

 

Il tema principale dell’incontro è stato uno: l’incremento significativo del piano tariffario. Per tutto il sub ambito infatti, l’aumento della tariffa della TARI è stato superiore all’8%, con qualche leggera variazione a ribasso per i comuni terremotati della Valnerina, ma siamo comunque nell’ordine dello 0,1-0,2 % in meno. Per Gualdo Cattaneo il coefficiente di maggiorazione previsto è dell’8,6%, che sommato al +4% dello scorso anno, fa un sonoro + 12,6% dallo scoppio della pandemia, sulla tariffa per lo smaltimento dei rifiuti a carico dei cittadini. 

Non sorprende dunque, che diversi sindaci del comprensorio, proprio in seno all’assemblea dell’AURI abbia manifestato la propria disapprovazione votando contro il PEF come Bevagna, Spello, Cascia e Trevi, oppure astenendosi per senso di responsabilità – la mancata approvazione infatti avrebbe lasciato l’intero ambito senza un piano di gestione economica dell’intero servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti – come Assisi e Spoleto su tutti. Uno dei motivi principali di tale spaccatura è legato al fatto che si è portato a votazione un simile rincaro, prima della pubblicazione del nuovo Piano Industriale dell’ente, ovvero del nuovo programma di investimenti. Le voci d’incremento della tariffa infatti, sono le seguenti: +1,7% di adeguamento all’inflazione, +4% di miglioramento previsto per la qualità del servizio, +3% per la valorizzazione di modifiche del perimetro gestionale. Come è facile notare, al di là del generico “miglioramento previsto per la qualità del servizio”, risulta piuttosto difficile trovare spazio per immaginare che il nuovo gettito vada a finanziare investimenti strutturali seri. Non dobbiamo dimenticare infatti, che ad oggi, delle già scarse strutture per la gestione dei rifiuti, fatta eccezione per il centro di selezione e compostaggio dei rifiuti organici a Casone di Foligno, non c’è nessun impianto all’interno del sub ambito 3. Né per conferire in discarica, né per riciclare la differenziata. Nota quest’ultima, davvero dolente per tutta la nostra Regione, che ad oggi è ancora molto lontana dall’avere una capacità di gestione interna della risorsa rifiuti, nonostante possa vantare un buon 66,2% (fonti Arpa) di raccolta differenziata. Un potenziale già esistente che però rimane ben lontano dall’essere avvertito come tale. Ne è una chiara dimostrazione l’orientamento dell’Aggiornamento del Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti, in cui si parla di estendere la portata delle discariche – per altro la più vicina dista oltre 6 km dalla sede operativa di Vus –  tutte  in attesa di realizzare un termovalorizzatore entro il 2030 anziché potenziare la capacità di valorizzare il riciclaggio sia come pratica che come risorsa economica.

 

Tornato a riferire in Consiglio Comunale dell’assemblea dell’AURI, il sindaco di Gualdo Cattaneo Enrico Valentini ha sottolineato la sua distanza dalle posizioni dei comuni “ribelli”, precisando che non era quella la sede per muovere le doverose critiche a Vus per la sua inefficienza, ma che appunto, si rinviasse la riflessione in seno all’ente stesso. Tanto più che, nonostante i rincari, le tariffe pagate dai residenti del Sub Ambito 3 sono ancora inferiori a quelle degli altri, a fronte di percentuali di differenziata più basse degli altri (55,6% nel 2020 contro il 72,4% del sub ambito 4 ad esempio fonti Arpa). Proprio sulle percentuali della raccolta differenziata sarebbe fondamentale imprimere un cambio di rotta, perché come diceva Don Lorenzo Milani: «Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali fra disuguali» e se davvero l’intenzione è quella di portare ad un progressivo miglioramento nella capacità di gestire i rifiuti a circolo chiuso, allora non si può continuare a trattare i comuni più virtuosi come quelli meno. Questo non per punire chi meno si impegna, anzi, proprio per il motivo opposto, e cioè per spronare a far meglio. Perché in un mondo più attento alle opportunità economiche reali dell’economia sostenibile, più riciclo significa più materie prime seconde, cioè più entrate per chi le gestisce, e di conseguenza, una riduzione dei costi per i cittadini che attraverso il loro impegno in fase di scarto dei rifiuti ottengono un benefit. Questo ovviamente è molto lontano dall’essere la realtà, almeno in Umbria, ciononostante, se non costituisce quantomeno l’obiettivo a cui si tende, allora diventa davvero difficile capire quale altro possa essere.

A Gualdo Cattaneo intanto, alcune attività come parrucchiere, fiorai, ristoranti, negozi di vicinato, potranno beneficiare di una riduzione della propria aliquota TARI grazie ad un tesoretto di 20.000€ derivante dal disavanzo delle agevolazioni per l’emergenza Covid, che la Giunta ha deciso di impiegare per alleggerire le tariffe di alcune utenze non domestiche. Un sostegno una tantum che sicuramente aiuterà alcuni a sostenere meglio la pressione delle 4 rate del 2022, ma che come tutti i bonus, non alleggerisce minimamente l’onere della classe dirigente di trovare risposte alternative a questo modello di gestione, ancora ben lontano dall’essere in grado di guardare agli scarti come ad una nuova risorsa. Di progettare veramente un futuro ecosostenibile invece che limitarsi a raccontarne l’urgenza.