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RIAPRE LO SPORTELLO POSTALE DI GUALDO CATTANEO: INTERVISTA AD ENRICO BRUSCHI SEGRETARIO REGIONALE SLC-CGIL

Da lunedì 13 febbraio lo sportello postale di Gualdo Cattaneo Capoluogo torna all’orario pre-covid. Oltre a ringraziare Poste Italiane nel solito post su facebook Valentini ha sottolineato il grande sforzo della sua amministrazione, e quindi di sé stesso, che ha portato al raggiungimento di questo risultato. Visto che il sindacato e di conseguenza i lavoratori, non sono stati nominati dal primo cittadino, abbiamo pensato di sentire Enrico Bruschi, segretario regionale della SLC-CGIL che ringraziamo per la sua disponibilità, per capire cosa sia successo e quali sono le prospettive future per i servizi che Poste Italiane, una delle aziende più importanti d’Italia, eroga nel nostro territorio.

SADADÍ: Dopo le chiusure parziali e totali di molti sportelli postali dovuti alla pandemia si torna alla normalità. Quando sono iniziate le prime riapertura, quanti sportelli saranno coinvolti in questa fase e ci sono ancora uffici in cui non si è tornati alla situazione pre-pandemia?

BRUSCHI: Le prime riaperture degli uffici chiusi o razionalizzati ci sono state già prima della fine dello stato di emergenza, parliamo del 2021. In questa fase, primo trimestre 2023, è prevista il ritorno all’apertura di più di 200 uffici postali in Italia di cui 9 su sei giorni nella provincia di Perugia: Assisi santuario, Tordandrea, Città di Castello 1, Colfiorito, Gualdo Cattaneo, Sant’Arcangelo di Magione, Panicale e Trevi umbro. Restano ancora degli uffici che devono tornare al regolare servizio pre-covid.

 

SADADÍ: Qual è stato in concreto il ruolo delle amministrazioni comunali e che cosa hanno fatto invece le organizzazioni sindacali, Slc Cgil in particolare, per arrivare alle riaperture?

BRUSCHI: Come sindacati a livello nazionale e conseguentemente a livello locale in maniera unitaria, già dai primissimi incontri in periodo pandemico, ci siamo impegnati a sottolineare che le chiusure degli uffici postali dovessero avere carattere temporale, solo allo scopo di garantire le misure di sicurezza e prevenzione necessarie e che dovevano essere superate appena le condizioni l’avessero permesso.

In ogni tavolo di trattativa è stato ribadito che le chiusure prolungate di alcuni uffici postali non potevano essere la scusa per coprire le gravi carenze di personale del settore.

Quanto ai comuni sappiamo che ci sono state pressioni nei confronti della dirigenza di Poste.

Con Anci Umbria nel settembre 2021 abbiamo condiviso la preoccupazione per il perdurare della razionalizzazione degli uffici, sottolineando quanto le chiusure fossero in contrasto con i proclami dell’amministratore Delegato di Poste sul ruolo centrale dell’azienda come presidio e luogo di coesione sociale dei territori. Inoltre abbiamo rimarcato insieme ad Anci quanto prima e durante la pandemia, la carenza di personale, abbia causato notevoli disagi sia ai cittadini che agli stessi lavoratori di Poste.
Le riaperture sono il frutto di pressioni fatte su più fronti e senza dubbio, il ruolo del Sindacato è stato centrale soprattutto per quanto riguarda le politiche attive, cioè le assunzioni, fatte nella regione. Anche l’incremento del personale, che resta comunque insufficiente, ha permesso il ritorno alla normalità degli sportelli

 

SADADÍ: Nel post di Valentini in cui si annunciava la riapertura si parla anche dell’istallazione nel breve-medio periodo di un postamat, avete notizie in merito?

BRUSCHI: Per quello che abbiamo potuto sapere noi in merito all’ATM l’intervento non è calendarizzato nei prossimi mesi, c’è comunque il progetto Polis di Poste Italiane da qui al 2026, se Gualdo Cattaneo rientrasse in tale programma l’istallazione di Atm multifunzionale sarebbe certo.

 

SADADÍ: A proposito di progetto Polis per i comuni sotto i quindicimila abitanti, pochi giorni fa alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, della Presidente del Consiglio Meloni e di cinquemila sindaci Poste lo ha presentato, di cosa si tratta?

BRUSCHI: È un progetto che viene presentato da poste come volano della digitalizzazione e che coinvolgerà settemila comuni con meno di 15.000 abitanti. I nuovi sportelli, anche attraverso postazioni self service e Atm evoluti, erogheranno più servizi della pubblica amministrazione. Sono previsti sostanziosi investimenti, 800 milioni pubblici attraverso i fondi PNRR e 400 messi sul piatto dall’azienda. Purtroppo ad oggi questi investimenti non sono accompagnati da un piano di potenziamento del personale. Partendo quindi dal presupposto che, il progetto Polis potrebbe essere un modo per tornare ad una logica di vero presidio sociale del territorio da parte di Poste, e che potrebbe migliorare i servizi per i cittadini dei piccoli centri, ci sono delle problematiche importanti che vanno affrontate.

 

SADADÍ: Abbiamo letto da fonti giornalistiche che anche il Comune di Gualdo Cattaneo sarà parte del progetto. L’apertura del nuovo ufficio postale “multiservizi” polis sarà accompagnato da un accorpamento degli attuali quattro o ci sarà il potenziamento, anche in termini di personale, di quelli esistenti? Le scelte sui territori verranno concertate con le amministrazioni locali?

BRUSCHI: Ad oggi le uniche comunicazioni ufficiali di cui disponiamo come Organizzazione Sindacale sono l’apertura dello sportello Polis di Magione e di Amelia, ciò non esclude che Gualdo Cattaneo sia coinvolto nel programma naturalmente. Le politiche attive sono in stallo, stiamo aspettando un confronto sulla mobilità nazionale scaduto a dicembre e l’implementazione delle assunzioni da esterno per capire quanto l’azienda vorrà investire sul capitale umano. Solo in quel momento avremo più chiara la situazione umbra in merito all’aumento del personale per l’efficientamento dei servizi. A Gualdo Cattaneo dal nostro punto di vista lo sportello polis non può comunque significare la diminuzione del presidio territoriale di poste.

 

 

Ecco dunque che i facili entusiasmi dei post di Valentini o degli incontri con i cittadini devono fare i conti con una realtà più articolata di quella spesso descritta. La sfida per l’amministrazione di un territorio esteso e in costante crisi demografica come quello del nostro comune sarà a mio avviso, su come organizzare i servizi.

In passato, soprattutto per fini elettorali, si è fatta pressione verso Poste per spostare lo smistamento dal capoluogo a Collesecco e per tenere aperto lo sportello della piccola frazione di Pozzo.

In questa maniera oggi abbiamo quattro sportelli depotenziati (tre mono operatori), senza nemmeno un bancomat e che fanno capo a più territori (Foligno e Todi), con i conseguenti problemi organizzativi (tecnici, consulenti, personale, manutenzioni etc.).

Valentini sarà in grado di aprire un dialogo con Poste per concertare la riorganizzazione generale del servizio sul territorio o subirà passivamente l’evoluzione degli eventi?