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SI AVVICINANO LE ELEZIONI REGIONALI

Il 17 e 18 novembre si tornerà di nuovo al voto. Se cinque anni fa l’Umbria e l’elezione del Presidente del Consiglio Regionale era finita al centro del dibattito Nazionale, ricordiamo che si trattava della prima tornata elettorale dopo la famosa estate del “Papete Salviniano” e c’era la curiosità di vedere in che maniera l’elettorato avrebbe reagito, quest’anno siamo tornati nell’anonimato che contraddistingue la nostra Regione. Del resto per dimensioni e peso economico anche nel dibattito politico nazionale contiamo veramente poco: diciamo meno del 2% che oltre ad essere il dato della popolazione umbra è più o meno la quota di Pil che produciamo e la quota di risorse che riusciamo ad ottenere dai programmi di finanziamento nazionali ed europei.

I candidati in lizza sono nove, Roberto Fiore, Elia Fiorini, Martina Leonardi, Francesco Miroballo, Moreno Pasquinelli, Fabrizio Pignalberi, Stefania Proietti, Marco Rizzo e Donatella Tesei. È probabile che sette di loro avranno percentuali basse e faticheranno ad entrare in Consiglio Regionale, la loro sarà poco più che testimonianza e, ad essere sincero, se penso al Fascista no Vax Fiore e all’autonomista Miroballo non ne sentiremo la mancanza. Difficile sarà arrivare ai voti necessari per conquistare uno scranno anche per il Consigliere Comunale di Magione Elia Fiorini che rappresenta un “movimento civico e popolare” che vorrebbe dare voce ai territori. Dura la battaglia per la sinistra radicale: Marco Rizzo politico di vecchio corso a capo di Democrazia Sovrana e Popolare, Moreno Pasquinelli del “Fronte del dissenso” e Martina Leonardi del Partito Comunista Italiano, oltre ad essere divisi in tre pagano anche una situazione generale di sofferenza e mancanza di consenso per le idee anti liberiste nella fase storica che attraversiamo.

Ecco dunque che la vera sfida che probabilmente si giocherà sul filo di lana sarà tra la Presidente uscente la Leghista Donatella Tesei e la Sindaca di Assisi e Presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti.

A destra la situazione è più complicata di quanto dovrebbe essere: la fiducia nel governo Meloni che perdura, l’elettorato compatto della destra, un generale spostamento in quell’area del popolo umbro registrato alle scorse europee (qui) e il favore del pronostico da cui partono solitamente i candidati uscenti non sono sufficienti a compensare un quinquennio che molti giudicano non all’altezza delle aspettative del Governo Regionale. L’economia è “Lenta e Povera” come l’ha definita Lucio Caporizzi in un Articolo di Passaggi Magazine (qui) nonostante gli incoraggianti dati del turismo, settore in cui da sempre la Presidente Tesei punta tutto ma che sembra non riuscire a dare la svolta che ci si aspettava. A ciò aggiungiamo la condizione della Santità gestita dal Geometra Coletto arrivato dal Veneto e voluto dalla Lega: malgrado lo scandalo “concorsopoli” che aveva coinvolto politici e dirigenti cinque anni fa ci aveva illuso di aver raschiato il fondo del barile, sembra essere finiti ancora più in basso. Io non sono uno di quelli che classifica come sanità d’eccellenza quella costruita dalle giunte di centro sinistra, il trend di privatizzazione e smobilitazione era già in atto ma il Covid, invece di essere stato un’occasione di rilancio, si è trasformato nella messa in pratica dello smembramento e nella svendita del settore sanitario umbro ai privati. Non servono dati e statistiche basta andare in farmacia con una ricetta medica per prenotare qualsiasi esame, basta ammalarsi e andare al Pronto Soccorso per rendersi conto di quanto il sistema sanitario sia inefficiente e quanto, specialmente per la diagnostica, sia necessario pagare per potersi curare. Se a ciò aggiungiamo la contrazione dei residenti e una popolazione sempre più vecchia ed i giovani che se ne vanno è chiaro che le difficoltà elettorali per la Presidente Tesei non mancheranno. Staremo a vedere se basterà decantare mirabolanti miglioramenti, e chiedere più tempo perché ci vuole tanto a ricostruire quello che la sinistra ha distrutto in settant’anni.

Dall’altro lato anche Stefania Proietti avrà le sue difficoltà, il campo larghissimo se da un lato tenta di riequilibrare lo sfavore del pronostico dovuto ad un’aria che tira sostanzialmente a destra nella nostra regione, dall’altro non convince. Troppe le divergenze ideologiche tra i centristi e la sinistra della coalizione. Stare tutti insieme per battere gli altri se potrebbe anche rilevarsi vincente rischia di essere il solito compromesso che nasconde la mancanza di un fronte alternativo sul piano dei contenuti. Personalmente non ho capito bene quale sia il progetto di Umbria che la Proietti ha in mente: partire con l’ ”alleanza in cammino” a poco più di un mese dalle elezioni per costruire il programma in maniera partecipato e con il coinvolgimento dei territori sa un po’ di spot. Frasi ad effetto tipo “saremo l’amministrazione di tutti” o “nel cantico di Francesco il nostro programma” non significano molto. Per non parlare poi dei temi etici quali ad esempio il fine vita su cui le distanze all’interno della coalizione sembrano incolmabili. Aggiungo che pur concorde sulla partecipazione e sul coinvolgimento dal basso, chi si candida a classe dirigente dovrebbe partire già con le idee chiare sulle direttrici che si vogliono percorrere. Anche il pezzo forte, l’ultra pacifismo di Proietti e la sua volontà di creare un movimento di persone “per gridare che l’Umbria vuole la pace”, cozza con le posizioni belliciste e subalterne alla Nato e all’Unione Europea dei partiti di centro che la sostengono e di buona parte del Partito Democratico. Se a questo aggiungiamo l’ambiguità del Pd Nazionale e locale che sembra aver abbandonato la rivoluzione e il cambiamento promesso dalla segretaria Elly Schlein, di fatto commissariata dai riformisti che rimpiangono ancora Renzi e le sue politiche di destra, la strada per il “Centro Sinistra” umbro appare ancora più in salita.

Nota finale sarà della partita con la lista della candidata Presidente Tesei anche la vice Sindaco Annibali. Al netto della fiducia per lei da parte del suo elettorato dimostrato alle passate amministrative la partita sarà molto dura: per prima cosa anche in caso di vittoria del centro destra non è scontato che la lista della Presidente riesca ad eleggere; secondo è necessario prendere tante preferenze (ipotizzo 2.500 – 3.000) e il bacino di partenza su cui costruire le basi per l’elezione è piccolo, Gualdo Cattaneo è un paese e di solito gli scranni in Consiglio si conquistano nelle città; infine  non sarà facile convincere molti elettori di destra a non votare il proprio partito. Vedremo se la Vice sindaco è stata in grado di tessere alleanze all’interno dell’Unione dei Comuni, quanto la candidata Presidente l’aiuterà e se tutti anche nel centro destra gualdese remeranno per lei mettendo da parte le proprie appartenenze di partito. Certo dopo anni di governi locali di sinistra e socialisti, se fosse la destra ad eleggere il primo Consigliere Regionale di Gualdo Cattaneo, sarebbe un bello smacco per la classe politica gualdese ex Pci e Psi.

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