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Valentini: non disperderemo l’eredità politica e morale del cavaliere

La morte di Silvio Berlusconi non può lasciare indifferenti: la sua ascesa nel panorama pubblico Italiano come imprenditore
televisivo, editore e presidente di calcio; la “discesa in campo” nel 1994 e la sua parabola politica, hanno accompagnato, segnato e in parte condizionato la vita di un intero paese.

Purtroppo il Caimano, così soprannominato per la prima volta dal giurista Franco Cordero su Repubblica, non si porta nella tomba il berlusconismo e quel processo di regressione culturale, morale e politica che lo caratterizza. Berlusconi ci lascia in dote una società in cui individualismo e personalismo hanno sostituito ogni idea di visione collettiva per il miglioramento della propria condizione, il mito dell’imprenditore (siamo tutti imprenditori di noi stessi) e della ricchezza, l’apparire conta più dell’essere, la cultura e il sapere sono noiosi, pagare le tasse è male, la donna è giudicata in base al suo aspetto e alla disponibilità ad “offrirsi al drago per rincorrere successo e notorietà” [1], le qualità di un uomo sono misurate in proporzione ai suoi possedimenti, le istituzioni e la politica assunti a strumenti attraverso cui arricchirsi o difendere i propri interessi.

Naturalmente in questi giorni ogni tipo di analisi e commento critico, salvo rare eccezioni, sono stati espunti dal dibattito pubblico italiano. Grazie al potere mediatico della destra di governo e della famiglia Berlusconi che detiene una grossa fetta del sistema informativo del nostro paese, si è proceduto alla beatificazione del fu Cavaliere. Una settimana di blocco dei lavori parlamentari, lutto nazionale, settantatré ore di copertura televisiva con diciannove canali coinvolti, il nome Berlusconi ripetuto cinquantottomila volte in televisione, una riforma della giustizia che si appresta ad essere varata in suo onore[2].

Una copertura mediatica degna di un sovrano a cui non è corrisposta però la commozione generale: l’audience tv non è decollato, il paese non si è fermato e all’estero la questione è stata vissuta in maniera marginale, basta pensare che alle esequie erano presenti solo Il discusso primo ministro Ungherese Orban, l’emiro del Qatar e il Presidente Iracheno.

La santificazione a reti unificate è sembrata a tratti grottesca con l’esaltazione delle virtù e l’omissione delle tante nefandezze che hanno contraddistinto la vita di Berlusconi.

Il grande politico che ha inventato il centro destra, imprenditore di successo, sportivo vincente, innovatore e visionario, uomo delle istituzioni che amava tutti, statista di carattere internazionale, vittima del giustizialismo. Cosi lo dipinge la sua corte: amici, giornalisti, politici, avvocati ed ex olgettine tutti orfani del lauto finanziatore che li ha resi ricchi.

Non sono mancate voci di stima anche dalle opposizioni, per mero interesse politico poiché i voti di Forza Italia fanno gola a parecchi primo fra tutti Renzi, “Che si sta affannando a leccare la bara a reti unificate per cercare di ereditare qualche cosa ma notoriamente lui è un Berlusconi che non c’è l’ha fatta”[3], o semplicemente perché al momento della morte noi italiani spesso riabilitiamo tutti affermando che in fondo il defunto era una brava persona.

In questo carosello mediatico non poteva mancare un po’ di paccottiglia social: post, meme e copia-incolla in cui in maniera qualunquista ed approssimativa, alla ricerca di qualche briciola di visibilità che cade dal tavolo dei noti adulatori professionisti, il popolino di centro destra ha salutato Berlusconi.

Naturalmente a questo coro di esaltazione generale si è unita l’amministrazione Gualdese: il Sindaco Valentini in un post un po’ contorto in cui abusa della parola politica, saluta il Cavaliere dipingendolo come la figura più importante degli ultimi cinquanta anni in Italia di cui non possiamo disperdere gli insegnamenti e l’eredità morale.

Berlusconi nasce come palazzinaro nella Milano degli anni ‘70 con la costruzione di Torre di Brugherio e Milano2, opere finanziate non si sa come e da chi che hanno dato il via al suo impero economico; al momento della sua scesa in Politica nel 1994 la società finanziaria che possedeva la proprietà legale delle sue tre reti televisive (Fininvest) era indebitata per seimila miliardi di lire (tre miliardi di euro), schiacciata dagli interessi passivi, minacciata di veder bloccati i suoi fidi bancari e sull’orlo di dover dichiarare la bancarotta [4]. Oggi dopo trent’anni di attività politica il patrimonio che lascia in eredità, su cui la famiglia pagherà al fisco una somma irrisoria grazie all’abolizione della tassa di successione sopra i 350 milioni di lire fatta da un suo governo, vale intorno ai 6,5 miliardi di euro.

Berlusconi ha fatto patti e affari con la Mafia: oltre alla presenza nella sua vita del mafioso assassino Mangano, stalliere di Arcore e, secondo i sospetti dell’interpol e di Paolo Borsellino garanzia della mafia per i debiti contratti dal Cavaliere, “Tra il 16 e il 29 maggio 1974 veniva concluso grazie alla mediazione di Dell’Utri l’accordo di reciproco interesse tra cosa nostra rappresentata da Stefano Bontate e Mimmo Teresi e Silvio Berlusconi”[5].

Berlusconi è stato iscritto alla P2, tessera numero 1816, loggia massonica che voleva sovvertire l’ordine democratico nel nostro paese attraverso la strategia della tensione. È stato condannato per falsa testimonianza sulla P2 [6].

Ha finanziato illecitamente Craxi per 21 miliardi di lire [7], ha corrotto il giudice Vittorio Metta per il caso Mondadori [8], ha corrotto il testimone David Mills “con il fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione consentendo il mantenimento di profitti illecitamente conseguiti all’estero e la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Piersilvio“ [9].

Berlusconi è stato condannato in via definitiva per frode fiscale da 368 milioni di dollari sui diritti Mediaset di cui 7,3 milioni sopravvissuti alla prescrizione [10].

Nella sentenza definitiva di assoluzione per prostituzione si legge che “È acquisita la prova certa che, presso la residenza di Arcore di Silvio Berlusconi e nell’arco temporale 14 febbraio – 2 maggio 2010, vi fu esercizio di attività prostitutiva che coinvolse anche Karima El Mahroug”.

A ciò aggiungiamo la compravendita di Senatori: Berlusconi aveva pagato 3.000.000 di Euro l’ex Sen. De Gregorio per far cadere il governo Prodi [12].

Berlusconi ci ha fatto vergognare per le sue battute fuori luogo (Obama abbronzato, Sholtz Kapò, Merkel culona inchiavabile, Bindi più bella che intelligente, Mussolini mandava al confino in vacanza), Berlusconi ha avuto amicizie e frequentazioni a dir poco discutibili (Putin, Lukascenko, Geddafi, Mangano, Dell’Utri, faccendieri vari tipo Apicella, Lavitola, Tarantini, Lele Mora), ha tenuto comportamenti moralmente poco condivisibili (frequentazioni di minorenne e prostitute).

Berlusconi ha trattato le istituzioni da padrone, come propaggine dei suoi possedimenti facendo approvare leggi ad personam che lo favorissero e facendo eleggere nelle istituzioni la sua corte composta da igeniste dentali, veline e avvocati. Ha minacciato e cacciato i propri oppositori, ricordiamo l’editto bulgaro con cui vennero allontanati dalla Rai Biagi, Luttazzi e Santoro. Indimenticabile il voto dei 314 sudditi, pardon parlamentari di centro destra, tra cui Giorgia Underdog Meloni che nel 2011, su richiesta di Berlusconi, si sono espressi in parlamento su Ruby Rubacuori nipote di Mubarak.

Questa una parte dell’eredità morale e degli insegnamenti politici del Cavaliere, speriamo che l’impegno del Sindaco Valentini di non disperderli sia l’ennesima promessa da marinaio a cui ci ha abituato.

 

[1] Lettera di Veronica Lario a Repubblica

[2] Otto e Mezzo del 20/06/2023

[3] M. Travaglio in Otto e Mezzo del 13/06/2023

[4] Corrado Augias – Il disagio della libertà pagina 42

[5] Sentenza definitiva per Marcello dell’Utri in concorso esterno in associazione mafiosa. Corte di Cassazione, 9 maggio 2014.

[6] Sentenza definitiva di amnistia per falsa testimonianza. Corte d’appello di Venezia, 23 ottobre 1990

[7] Sentenza definitiva di prescrizione dopo la condanna definitiva in primo grado, Corte di Cassazione 22 novembre 2000

[8] Sentenza di prescrizione della Corte d’appello di Milano confermata dalla Corte di Cassazione, 22 novembre 2000

[9] Sentenza di cassazione hai danni dell’avvocato David Mills, pagato da Fininvest 600mila dollari per testimoniare il falso su Berlusconi, Corte di Cassazione, 25 febbraio 2010.

[10] Corte di Cassazione, 1 agosto 2013

[11] Corte di Cassazione 10 marzo 2015

[12] Sentenza di prescrizione Corte di Cassazione, 2 luglio 2018