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Nel 2012 anno di riferimento della recente pubblicazione Istat sulla spesa sociale dei comuni singoli e associati, la spesa comunale media per i servizi sociali in Italia risulta pari a 117.3 € per abitante. Più virtuosa la Val D’Aosta con i sui 277.1€, fanalino di coda la Calabria con appena 24.6€. L’Umbria, anche in questo campo, si attesta ben al disotto della media nazionale, vicino alle regioni del Sud Italia con i suoi 88,8€ pro capite.  A Gualdo Cattaneo? Il dato estrapolato dal bilancio 2012 ci dice che la spesa sociale è di 51.50€ per abitante, molto al disotto della media regionale e Italiana. Negli ultimi anni inoltre la tendenza locale si equipara a quella nazionale: sforbiciate e tagli. Dal 2012 al 2014 sono diminuite le spese correnti totali del 3.56% (-150.490€), il taglio più consistente (circa un terzo 53.522€) è stato fatto proprio nel settore sociale. A oggi, oltre alla firma del protocollo d’intesa con il comune di Giano dell’Umbria datato marzo 2015 per l’integrazione dei servizi per persone diversamente abili, nulla sembra muoversi. Il trasferimento di tutti gli utenti del territorio Gualdese da Borroni al Laboratorio “L’isola che c’è” di Bastardo è disatteso, il decantato progetto di residenzialità per disabili da realizzare nel breve/medio periodo nel capoluogo sembra essersi impantanato nelle paludi Renziane della “politica dell’apparire”,  superato nell’elenco delle priorità da altre questioni. A dire il vero l’Amministrazione è partita con la giusta verve assegnando temporaneamente i ristrutturati locali della ex scuola di via Leosprini all’Associazione Insieme Per Domani, peccato che l’iniziale entusiasmo degli amministratori si sia sopito e che, i due posti letto pronti (un’ampia parte della struttura è da completare), non si riescano a sfruttare. Il Settore sociale del nostro comune sembra vivere la drammatica situazione del resto del paese: si tira a campare, cercando di stendere una coperta sempre più corta. Troppo spesso le politiche d’inclusione sociale sono delegate al volontariato, la professionalità e la passione dei lavoratori del settore è messa sempre più a dura prova da cooperative sfruttatrici e dalla loro spiccata propensione imprenditoriale e non sociale. Ci si dimentica qui come altrove che il principale compito di chi amministra non è solo la tutela e la salvaguardia dei soggetti più deboli, ma la messa in atto di politiche che abbiano come risultato l’emancipazione e il miglioramento della condizione di vita degli stessi . In tempo di crisi, austerity, attacco alla spesa pubblica ed individualismo, in sintesi di trionfo del capitalismo per riuscire nel potenziamento dei servizi sociali è necessaria passione, tenacia ed autonomia politica rispetto alle scelte delle amministrazioni centrali. L’ambizione e la voglia di apparire non servono perché fare del bene nel settore sociale non è né economicamente né elettoralmente conveniente ma soltanto personalmente appagante. Le amministrazioni di Giano e Gualdo sono pronte a mettersi in gioco per affrontare un percorso del genere?

Alessandro Placidi

Alessandro Placidi

Lavoro nella Pubblica Amministrazione come istruttore contabile dopo aver fatto per anni l'operaio metalmeccanico. Sono attivista sindacale della CGIL, amo fare sport all'aria aperta e viaggiare zaino in spalla; m'interessa la politica nazionale e locale. Non possiamo fare a meno di giudicare l'oggi per costruire il futuro: analizzare i fatti che accadono sotto casa nostra per inserirli nel contesto del mondo in cui viviamo può aiutarci a creare, anche in un "territorio disperso" come il nostro, una coscienza comune per costruire un mondo con meno disuguaglianze, razzismo, inquinamento e sfruttamento.

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