A cura di Sara Trionetti e Placidi Alessandro
Un anno fa il Comune di Gualdo Cattaneo, facendo seguito al percorso iniziato con l’amministrazione Pensi (partecipazione al bando Europeo e assegnazione delle risorse Delibera 127 del 2017) e finalizzata da Valentini (Delibera 32 del 2021), nelle persone della commissione tecnica nominata dal responsabile di settore, valutò favorevolmente il progetto presentato dalla società Technology ATG, già proprietaria di due eccellenze quali il Residence il Grottino e del ristorante Hosteria il Grottino, che si aggiudicò così i fondi previsti dal “Bando per la concessione di contributi a fondo perduto finalizzati all’avvio e sostegno di nuove attività economiche di vicinato all’interno del centro storico del capoluogo del Comune di Gualdo Cattaneo”.
Nel documento si legge che si intendeva incentivare “interventi a sostegno dell’apertura e mantenimento di un nuovo esercizio commerciale/artigianale all’interno del centro storico del capoluogo del Comune”, e le risorse economiche stanziate a favore del beneficiario corrispondevano a € 30.000,00. Questo bando è parte di un progetto più ampio, che coinvolge anche i vicini Comuni di Giano dell’Umbria e Massa Martana, che ha come fine il “Sostegno tramite rete territoriale allo sviluppo di iniziative commerciali nei territori di cui al Fondo Nazionale integrativo per i comuni montani, finanziamento di iniziative a sostegno delle attività commerciali annualità 2014,2015, 2016 e 2017”. L’intento del Comune era quindi quello di garantire, tramite appoggio economico, l’apertura di un negozio di vicinato[1], un’attività commerciale, artigianale e di produzione alimentare che fosse espressione del territorio. Tutto questo da ubicarsi in un locale sfitto o libero del centro storico con affaccio su pubblica via.
A concorrere, in solitaria, la sopra citata società che, stando agli atti reperibili sul sito del Comune, si aggiudica il finanziamento ottenendo punteggio di 53/100 somma di vari elementi di valutazione quali: fattibilità tecnica 21/30, qualità del progetto in riferimento all’originalità, al carattere innovativo e sostenibilità dell’attività che verrà svolta 12/15, utilizzo e commercializzazione da produttori/artigiani presenti nel territorio del comune di Gualdo Cattaneo 12/15, Essere un’impresa che opera nel comune di Gualdo Cattaneo (sede operativa e legale) 8/20. Nella valutazione si è soprasseduto a qualche incongruenza nella documentazione quale la divergenza tra il codice ATECO richiesto nel bando (47.1 e 47.2) e quello concernente la società candidata (46.43.1 anche se nel business plan allegato è specificato che al momento della presentazione della domanda la società aveva già richiesto il codice ATECO n. 47.29.90 per la somministrazione e distribuzione di prodotti tipici umbri), oppure come il computo delle spese totali, che nel business plan ammonta a € 70.000,00 mentre nella domanda compilata a € 60.000,00. A voler essere pignoli potremmo aggiungere, oltre alla mancanza di preventivi per “Acquisto beni strumentali, macchinari e arredo”, di un piano assunzioni preciso (si parla genericamente di assumere personale giovane del luogo) e di un piano che dia garanzie in merito alla sostenibilità economica dell’investimento che per metà sarà fatto con soldi pubblici, anche di alcune incongruenze con gli indirizzi in cui il progetto dovrebbe essere messo in atto. Qualcuno potrebbe obiettare quisquiglie se si confrontano con la possibilità di ravvivare un paese in declino, un paese in cui sembra che nessuno abbia voglia di investire. Sicuramente la commissione di valutazione comunale e l’Amministrazione che ha la guida Politica dell’ente saprà monitorare e controllare l’effettiva attuazione degli obiettivi esposti nel progetto e l’aderenza ai punti espressi nel bando. Naturalmente noi aspettiamo e nel frattempo ci domandiamo che fine abbiano fatto quei soldi perché, a più di un anno dall’aggiudicazione del bando, oltre alla chiusura di un negozio di vicinato storico (qui), all’apertura di una micro attività in Piazza Umberto I (Bottega del Grottino), un’associazione culturale e un bar al borgo del paese che non ci sembra abbiano nulla a che vedere con il bando, non vi è traccia del negozio di vicinato oggetto del business plan della Technology ATG. L’idea a monte del progetto e del finanziamento è in linea col contrasto al declino dei piccoli borghi in cui purtroppo rientra anche Gualdo Cattaneo (ne abbiamo parlato qui e qui ) e pensare di sopperire allo spopolamento del centro storico, di abitanti e di attività commerciali, ripartendo dalla tradizione enogastronomica che contraddistingue il nostro territorio era una scelta saggia, fattibile e turisticamente appetibile; non possiamo però fare a meno di osservare che se non fosse stato per la società aggiudicataria la gara sarebbe andata deserta. Eppure di eccellenze della tradizione nel nostro territorio ce ne sono molte. Perché quindi la scelta di trascurare questa opportunità? La sensazione è che sia mancata la giusta pubblicità poiché, non basta pubblicare l’avviso come impone la norma sulla pagina istituzionale del comune e pubblicizzarlo sulle pagine facebook personali di un assessore e di un consigliere. Sarebbe stato opportuno da parte dell’Amministrazione costruire una serie di relazioni con soggetti potenzialmente interessati. Incontri con giovani, incontri con i produttori agricoli locali per provare a spingerli a consorziarsi e trovare uno spazio fisico in cui vendere direttamente “dal produttore al consumatore” le eccellenze del nostro territorio, allacciare contatti ufficiali con i Centri per l’impiego che favoriscono l’autoimprenditorialità per disoccupati, organizzare una serie d’incontri con le associazioni di categoria o con gli imprenditori del settore locale. Certo, una rondine non fa primavera, così come l’apertura di una vetrina non rede un centro storico nuovamente vivo, abitato e commercialmente, nonché turisticamente, appetibile. La questione dunque è: se questa, come altre iniziative, fossero parte di un progetto e di un piano di più ampio respiro e a lungo termine potrebbero forse dare effettivi riscontri e essere anche più allettanti? Perché francamente, e converrete anche voi, la tradizione e l’espressione gastronomica umbra non si riducono certo a un sacchetto confezionato di patatine al tartufo.
[1] Per esercizi di vicinato, ovvero commercio al dettaglio su aree private, si intendono gli esercizi la cui superficie di vendita non supera i 150 mq, nei comuni con popolazione residente inferiore ai 10.000 abitanti, e i 250 mq, nei comuni con popolazione residente superiore ai 10.000 abitanti. Tale categoria è costituita da tradizionali negozi di quartiere del settore alimentare, o non alimentare, dove assume rilevanza la qualità del servizio e la familiarità con la clientela.