A quasi un mese dalla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – ricorrenza istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite – vogliamo porre l’attenzione su questa piaga che non può e non deve essere considerata solamente un giorno all’anno.
Il 21 novembre scorso, con l’avvicinarsi della commemorazione, l’Università La Sapienza di Roma ha organizzato un incontro nella Capitale in occasione della presentazione del terzo report interforze “Il pregiudizio e la violenza contro le donne“, curato dalla direzione centrale della Polizia criminale. «Proteggere le vittime, guidarle nel percorso di denuncia. Una sfida che richiede massima capacità di risposta da parte delle Istituzioni» così si è espresso il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi intervenuto alla presentazione.
Nell’anno in corso, fino al 21 novembre, sono state uccise 104 donne: questi numeri dovrebbero già far gridare all’allarme sociale e motiva l’esistenza di una giornata dedicata alla grave questione della violenza contro le donne. Anche se in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, i numeri restano ancora inesorabilmente e tristemente alti.
Il resoconto ha tracciato un bilancio della legge 69 detta “Codice Rosso”, entrata in vigore nell’agosto del 2019, ed ha introdotto una corsia prioritaria per la trattazione di reati contro le donne, prevedendo anche nuove fattispecie e circostanze aggravanti. Dei 221 omicidi commessi nei primi 9 mesi del 2022 in Italia, 82 hanno riguardato vittime femminili; di queste, 42 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex compagno. Nello stesso periodo sono state 4.416 le violenze sessuali (+9% rispetto al 2021) a danno di donne nel 92% dei casi[1].
In Umbria, seppur fortunatamente negli ultimi 5 anni non ci sono stati casi di femminicidio, 3.000 donne hanno però fatto richiesta di aiuto presso i centri anti-violenza. Nella nostra regione l’Istat riporta che il 5,2% delle donne con almeno 15 anni di età ha subito violenze in ambito domestico. Il dato rivela una percentuale superiore alla media italiana pari al 4,9%. Mentre il 9,1% delle donne umbre tra 16 e 70 anni ha invece subito violenza fisica o sessuale dal proprio partner negli ultimi 5 anni contro il 7,7% della media italiana.
Sono numeri che fanno paura, soprattutto se si pensa che prevalentemente queste violenze avvengono tra le mura di casa, in ambito familiare, e se si considera anche tutto il sommerso, a ciò che per paura non viene, purtroppo, denunciato.
Tante ovviamente le iniziative di sensibilizzazione promosse, ad iniziare da quella permanente della Polizia di Stato “Questo non è amore“, alle conferenze, presentazione di libri, tavole rotonde, installazioni di panchine rosse, illuminazione di monumenti con luci rosse, ecc. Tutto apprezzabile e tutto utile, ma si tratta di iniziative postume, di iniziative rivolte al dopo: alla conoscenza della problematica, all’invito alla denuncia, quando ormai gli eventi hanno purtroppo fatto il loro corso. Non si tratta di iniziative di prevenzione.
E nel nostro Comune cosa viene fatto a riguardo?
Dal 25 novembre la Rocca di Gualdo Cattaneo, su disposizione dell’Amministrazione Comunale, è illuminata di rosso simbolo della lotta ed emblema della non violenza, di ogni tipo e forma. Come era stato designato nel DUP, è attivo lo “Sportello Donna”: un centro di ascolto e accoglienza per donne vittime di violenza aperto il martedì mattina e telefonicamente raggiungibile.
È qualcosa? Probabilmente sì. È abbastanza? Decisamente no.
Siamo quella società contraddittoria che insulta e pratica body shaming ai danni di modelle e/o influencer che per adv pubblicano sui social foto e video in intimo ma allo stesso tempo non proferiamo parola per le stesse tipologie di immagini realizzate per gli stessi scopi che vediamo scrollando i nostri cellulari, stampate sui giornali o nei 6×3 lungo le strade. Siamo la società che si indigna per una sentenza di primo grado seguita al rito abbreviato nei confronti del molestatore, condannato a 1 anno e 6 mesi, che lo scorso anno ha molestato e palpeggiato in diretta tv l’inviata di Toscana TV Greta Beccaglia nell’esercizio del suo lavoro davanti allo stadio Castellani di Empoli al termine della partita Empoli-Fiorentina. Potrei andare ancora avanti elencando casi giunti ultimamente alla ribalta in cui il corpo della donna è stato oggetto di insulto e di violazione, sia essa verbale o fisica.
Per quanto sia encomiabile e giusto sensibilizzare alla denuncia e alla presa di coscienza del problema, appare chiaro che sia più utile, nonché necessario, anziché insegnare alle ragazzine a non indossare gonne troppo corte per paura di, educare fin da piccoli, maschi e femmine indifferentemente, al rispetto reciproco con campagne preventive di educazione nelle scuole, nelle famiglie, nei luoghi di aggregazione, magari anche col supporto di terapisti e delle forze dell’ordine.
Chissà se l’Amministrazione prenderà in considerazione l’idea e creerà un progetto organico da attuare. È Natale, ci voglio sperare!
[1] I dati sono del Ministero dell’Interno che ha prodotto una brochure informativa consultabile qui.
Se sei vittima di violenza non esitare: rivolgiti ai centri antiviolenza attivi nella nostra Regione
o chiama il numero verde 800 861 126 attivo 24/24.
“Sportello Donna” a Gualdo Cattaneo: martedì 10-13, tel. 0742 718 751, cell. 389 211 4733 (24/24h).