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Si inizia a Gualdo Cattaneo: Seminiamo bellezza!

Secondo la MacArthur Foundation, una fra le prime dieci fondazioni private al mondo e la più autorevole in termini di sostenibilità, il 60% delle emissioni di gas ad effetto serra proviene dall’estrazione di materie prime. Un dato estemporaneo quello fornito da Daniele Gizzi, Responsabile del settore ambiente di Confartigianato, che tuttavia costituisce una premessa perfetta per spiegare cosa sia davvero il progetto Seminare bellezza, presentato lo scorso 16 luglio al Parco Acquarossa di Gualdo Cattaneo grazie ad una preziosa collaborazione fra l’associazione Le Colline del Miele (di cui abbiamo parlato qui) e ANCos APS (il video dell’evento lo trovate qui). Perché se da un lato il risveglio delle coscienze di tutto il mondo all’insegna della tutela ambientale è estremamente positivo, è altrettanto vero che se non si va ad analizzare e di conseguenza a lavorare, sulle cause che hanno portato la situazione attuale, probabilmente si finisce per muoversi su una dimensione diversa da quella concreta. Ma andiamo con ordine.

 

Quando parliamo di rifiuti, parliamo non solo di scarti, ma soprattutto di materiali, materie che una volta erano vergini e che dopo un processo di lavorazione sono diventate un qualcosa di funzionale (una bottiglia, un piatto, una maglietta,…), ma che non per questo hanno perso il loro essere quella materia (plastica, vetro, polietilene) che ha assunto quella forma. Il processo di lavorazione che ha dato a quegli oggetti uno scopo, non deve darci l’illusione che una volta esaurito il compito per cui quella plastica è stata modellata a forma di bottiglia, automaticamente a noi rimanga una bottiglia non più utile, cioè un rifiuto, anziché la materia che la costituisce, cioè un pezzo di plastica che può essere recuperato e rimodellato per un nuovo utilizzo. Molte campagne pubblicitarie iniziano a muoversi in questa direzione, e il messaggio è chiaro: solo una minima parte di quello che usiamo può considerarsi davvero un rifiuto da scartare; la maggior parte di ciò che buttiamo invece può essere riutilizzato. Perciò ogni volta che gettiamo qualcosa dal finestrino, è come se stessimo gettando una risorsa preziosa come il cibo. Con la differenza che a soffrirne non è un uomo che muore di fame, ma un pianeta che viene devastato perché quella materia che sprechiamo la dobbiamo andare a recuperare di nuovo a danno dell’ecosistema. Sta qui la forza illuminante del dato da cui siamo partiti. Il comportamento più impattante è lo spreco delle risorse che vengono buttate sotto il nome di rifiuti. Che oltre a danneggiare le parti del mondo dove vengono estratte le materie prime, danneggiano anche quelle dove vengono abbandonati. Come il corso del torrente Puglia, da cui nasce il progetto che stiamo per raccontare.

 

Perché se Le colline del miele si è messa alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarla a rimuovere i tre grossi teli in plastica – probabilmente abbandonati dal vecchio sistema di serre che campeggiava alle spalle dell’ex centrale Enel – che da anni lambiscono il corso d’acqua, intrappolati all’interno della vegetazione che nel frattempo è cresciuta intorno – creando anche un sito ideale per altri scarichi abusivi – magari è proprio perché chi li ha abbandonati non ha saputo vedere un futuro in quella materia. La fortuna è stata trovare in ANCos APS e nella Confartigianato due interlocutori sensibili all’argomento e decisi a fare la loro parte con dei piccoli interventi molto concreti capaci di cambiare veramente le cose. Ma l’elemento più originale che probabilmente ha determinato la messa a terra del progetto è stato probabilmente quello di inserire, a seguito dell’attività di bonifica dell’area, un momento di semina di essenze mellifere a sancire la definitiva attività di riqualificazione dell’area. Da qui dunque il Seminiamo bellezza che dà nome al progetto e che, come ha sottolineato il direttore generale di Felcos Umbria Massimo Porzi, dovrebbe costituire il mantra di ogni nostra azione, l’obiettivo che sta in fondo ad ogni nostro agire. 

 

Un progetto semplice dunque, ma dal potenziale enorme, perché facilmente replicabile e fondato sulla collaborazione fra tanti partner diversi mossi da un intento comune: lavorare per rendere il mondo un posto migliore, e perché no, anche più bello. Soprattutto per questo è stato importante vedere due comuni vicini come Gualdo Cattaneo e Bevagna insieme all’assessorato all’agricoltura della Regione Umbria sposarlo tutti insieme con trasporto e partecipazione, per sottolineare che certi progetti devono essere come le api, incapaci di percepire i confini amministrativi che le convenzioni umane hanno istituito e percepire un territorio nella sua interezza. No borders, we fly (nessun confine, noi voliamo) era il motto di un progetto presentato in regione qualche tempo fa da Colline del miele, ha ricordato il presidente Umberto Bonetti, ed è esattamente questo lo spirito che muove il progetto e allo stesso tempo l’augurio per questo seme, affinché possa propagarsi oltre ogni confine. Su questo punto va senz’altro rimarcata la disponibilità ad impegnarsi concretamente con una campagna di comunicazione e con lo stanziamento di risorse concrete da parte del Segretario Nazionale di ANCoS APS Confartigianato Fabio Menicacci, che nel suo intervento di chiusura della giornata si è espresso proprio in questa direzione, chiudendo al meglio il coro unanime di esortazione e apprezzamento affinché non si fermi tutto qui.

 

Anche perché, in realtà, tutto è ancora da fare lungo il torrente Puglia. Perciò l’appuntamento è la mattina del 31 luglio davanti ai cancelli del Parco Acquarossa per muovere il primo piccolo passo di questo viaggio, ripulendo e seminando la prima tappa dell’itinerario Seminiamo Bellezza, insieme ai bambini dei Campus estivi di Gualdo, Bevagna e Giano. La sfida per cambiare il nostro mondo è appena agli inizi, e di certo avrà bisogno dell’aiuto di tutti.