Dal primo gennaio 2024, grazie a un emendamento approvato lo scorso dicembre, è consentito ai veicoli l’accesso a sentieri, mulattiere e viali parafuoco non contrassegnati da appositi divieti. Il Consiglio Regionale dell’Umbria ha così approvato l’emendamento proposto dalla consigliera leghista Manuela Puletti e appoggiata da tutto il centrodestra.
Secondo la Puletti “questa modifica [alla legge preesistente, L.R.28/2011[1], ndr] elimina le incertezze e le sanzioni ingiuste che hanno limitato le attività di cacciatori, cercatori di funghi e appassionati di motocross”. Proprio così, perché come approfonditamente spiegato dalla stessa Puletti in una lunga video-intervista per Discovery Endual, questa modifica di legge, rendendo legale ciò che era già prassi e consuetudine fare, è volta a sostenere e incentivare le “passioni” di chi svolge questo tipo di attività in natura.
Per allinearsi, quindi, a Regioni come Lombardia e Veneto, come da lei stessa affermato, si procede in controtendenza rispetto alla mission con cui questa amministrazione regionale ha voluto promuovere, nel corso degli ultimi anni, l’immagine della nostra Umbria. Chi scrive era presente al TTG di Rimini dello scorso ottobre dove la consigliera Agabiti, la Presidente Tesei coadiuvati da rappresentanti e illustri personaggi del settore, allo stand della Regione Umbria presentavano una promozione della nostra Regione tutta rivolta al green, al turismo lento, all’escursionismo, al cicloturismo, alla valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico, oltre che culturale, artistico, storico ed enogastronomico; il cuore verde d’Italia a 360° tanto da essere tutto questo paradigmato in un simbolo[2]. Questa proposta, e i progetti ad essa correlati, crea indotto e coinvolge persone, imprenditori, piccole imprese, e il loro investimento economico, che credono in questo progetto e in questo lifestyle, prontamente spazzato via per agevolare e favorire la “passione” di pochi.
Sì, perché i dati parlano chiaro: nel 2007 in Umbria sono state rilasciate 40.607 licenze di caccia mentre nel 2017, dieci anni dopo, sono state 28.500[3] e 27.000 circa nel 2023[4]. A questi vanno certamente aggiunti i già citati cercatori di tartufo e di funghi, chi pratica enduro, ecc. ma sicuramente non si raggiunge il numero di persone che pratica escursionismo e ciclismo tra le nostre montagne, nei nostri parchi, lungo i nostri cammini, lungo i sentieri, e non si tratta solo di locali. Dobbiamo inoltre considerare tutti i servizi che sono collegati al movimento di queste persone: alberghi, ristoranti, frantoi, enoteche, agriturismi, guide, accompagnatori, musei, parchi, NCC, trasporto pubblico, trasporto privato, negozi, alimentari e potrei continuare ancora questo elenco che diventerebbe lunghissimo, come si può facilmente intuire. Questo è il turismo in Umbria.
Immediata è stata quindi l’azione di associazioni di categoria come CAI, Lagap, FIE, Legambiente e altre a seguire che da subito hanno pubblicato comunicati e chiesto incontri con gli organi competenti per sedersi a un tavolo di trattativa dove poter esporre le ragioni di questa opposizione e i rischi a cui si va incontro[5].
Anche 23 sindaci umbri hanno deciso di far sentire la loro voce a difesa delle realtà locali firmando una lettera aperta indirizzata ai vertici della Regione, la presidente Donatella Tesei e gli assessori, Roberto Morroni e Paola Agabiti, e dell’assemblea legislativa dell’Umbria, il presidente Marco Squarta, contro le modifiche all’articolo 7 della legge in questione[6].
Volendo sorvolare sull’anacronismo della pratica venatoria, l’etica di certe discipline e il modo di vivere e frequentare la natura, ciò che lascia a dir poco sorpresi è la consapevolezza di voler privilegiare alcuni, e i loro relativi interessi, a scapito di molti altri nonché dell’ambiente stesso. Non si tratta di una presa di posizione in nome di un “ambientalismo strumentale”, come affermato dalla consigliera (qui), ma si tratta di tutela della natura, del patrimonio paesaggistico, dell’ambiente vegetale e faunistico, della lotta all’inquinamento acustico, della sicurezza degli escursionisti.
Le elezioni sono sempre più vicine e i politici nostrani, presi dalla smania di arraffare quanti più voti possibili, sono disposti a lasciarsi alle spalle le belle parole del passato e gli ambiziosi ed encomiabili progetti proposti per far spazio alla possibilità di poter sedere (o ri-sedere) sull’agognato scranno dimenticando però che i politici sono eletti temporaneamente per essere al servizio di un territorio e della sua popolazione, di tutta la popolazione, indipendentemente da chi gli ha dato il voto.
[1] La L.R. 28/2001 “TESTO UNICO REGIONALE PER LE FORESTE” con le modifiche apportate dal nuovo emendamento è consultabile qui. L’articolo incriminato è il 7 comma 3 lettera b, che presenta altresì delle divergenze con precedenti e successivi punti.
[3] Qui i dettagli sull’andamento regionale nella decade 2007 – 2017.
[4] Tutti i dettagli degli ATC Umbri qui .