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di Letizia Fucci

 

Le Zone Economiche Speciali (ZES) rappresentano uno strumento strategico per incentivare lo sviluppo economico in aree geografiche svantaggiate o sottosviluppate. Introdotte in vari paesi del mondo, le ZES offrono un insieme di vantaggi fiscali, amministrativi e logistici per attrarre investimenti, favorire l’occupazione e stimolare l’innovazione. Ma cosa sono le ZES? Aree delimitate, solitamente situate in prossimità di porti, aeroporti o altre infrastrutture strategiche, dove le imprese possono beneficiare di incentivi specifici, questi incentivi possono includere:

  • Esenzioni o riduzioni fiscali (ad esempio, sull’imposta sul reddito o sull’IVA);
  • Procedure burocratiche semplificate;
  • Accesso privilegiato a infrastrutture e servizi;
  • Agevolazioni per l’esportazione e importazione di beni.

L’obiettivo principale è quello di creare un ambiente favorevole per le imprese, in modo da attrarre capitali esteri, stimolare la crescita delle PMI locali e promuovere la diversificazione economica. In Italia, le ZES sono state introdotte con la legge n. 123 del 3 agosto 2017, principalmente per favorire lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno. Attualmente, il paese conta una ZES unica per il Mezzogiorno, che comprende Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Molise.

Le caratteristiche principali includono:

  • Un piano strategico nazionale, che definisca obiettivi e priorità per ogni area;
  • Un comitato di indirizzo, che coordina le attività e garantisce il rispetto dei criteri stabiliti;
  • Vantaggi specifici, tra cui crediti d’imposta per gli investimenti fino a un massimo di 100 milioni di euro e semplificazioni burocratiche significative.

Un elemento chiave delle ZES italiane è la sinergia tra le aree portuali e le zone industriali, con l’obiettivo di creare poli logistici e produttivi competitivi a livello internazionale.

Con l’approvazione del Decreto Coesione (DL n. 60/2024), sono state introdotte anche le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) per offrire un modello alternativo di agevolazioni, specificamente mirato a favorire investimenti nelle aree centrali e settentrionali del Paese. Il testo normativo ha esteso l’applicazione di misure agevolative come il credito d’imposta anche alle regioni di Umbria e Marche che, per rientrare nella definizione di ZLS, avrebbero dovuto essere state istituite attraverso un DPCM che ad oggi ancora non c’è.  Per cui Umbria e Marche, seppur ammissibili ai sensi del diritto, ad oggi non rientrano né nella ZES e né nella ZLS. Ma perché quindi una ZLS sarebbe così importante per l’Umbria? L’Umbria, nonostante il suo importante patrimonio storico e naturalistico, ha bisogno di uno stimolo per rilanciare la sua economia. La nostra Regione è caratterizzata in modo diffuso da borghi che rischiano lo spopolamento che insieme all’emergenza demografica rappresentano una delle sfide più critiche per il futuro della nostra regione e al di là del dibattito pubblico che sembra tenere in grande considerazione questo problema, sono in realtà oggetto di politiche sempre più accentuate di depauperamento dei servizi disponibili per la residenzialità (a partire da quelli bancari, sanitari ecc.). Molti di questi borghi al momento non rientrano nemmeno nella Strategia Nazionale delle Aree Interne, (vedi qui) che comunque non è di per sé garanzia di successo. Le aree montane registrano una riduzione dell’ampiezza e dell’importanza dell’economia della montagna. L’interesse turistico è alto, però le aree interne e rurali non possono vivere di solo turismo, devono essere oggetto di politiche specifiche per attrarre investimenti per la residenzialità e le attività economiche. La ZLS potrebbe di fatti rappresentare oggi un’opportunità per attirare investimenti nei settori strategici della logistica, manifattura e innovazione tecnologica; creare nuovi posti di lavoro, stimolando lo sviluppo di un ecosistema imprenditoriale dinamico e sfruttare la posizione geografica dell’Umbria come snodo cruciale tra Nord e Sud Italia, migliorando le connessioni infrastrutturali. La creazione di un’economia stabile avrà un effetto moltiplicatore che andrà oltre il semplice benessere materiale, contribuendo a creare una società più giusta, prospera e sostenibile. Inoltre l’inclusione di Umbria e Marche nelle ZLS rappresenterebbe un passo importante per rafforzare i legami economici tra le due regioni e la creazione di un polo economico forte, capace di competere a livello nazionale e internazionale. 

Nonostante i vantaggi, l’implementazione delle ZES e ZLS non è priva di sfide. Tra le principali:

  • Lentezza burocratica, che potrebbe frenare l’attrazione di nuovi investimenti;
  • Squilibri territoriali, con alcune aree che beneficiano più di altre;
  • Sostenibilità delle misure, che richiede un monitoraggio costante per garantirne l’efficacia a lungo termine.

Oggi però le ZES e ZLS rappresentano un’opportunità concreta per rilanciare economie locali e catalizzare gli investimenti. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità delle Istituzioni di gestire in modo efficiente la loro implementazione. Nel caso specifico di Umbria e Marche, le potenzialità sono chiare, ma la politica ancora stenta a dare risposte concrete. Accelerare il processo decisionale e garantire una governance efficace ed efficiente sarà essenziale per sfruttare pienamente questi strumenti. 

 

Redazione

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Il Sadadì è un’esperienza che nasce per far luce sulle ombre che avvolgono le aree marginali di questa Italia piena di sgomento e di racconti a metà. Per aprire finestre sul legame tra le vicende dei grandi palazzi e le loro ripercussioni sulla galassia di piccoli paesi che li circonda. Il blog è aperto e le nostre bio sono in calce, perché chi ha il coraggio di dire, deve avere anche il coraggio di mettere la faccia di fianco alle proprie idee. Tutto è pronto, che il racconto abbia inizio.

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