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Dopo l’assemblea di S. Terenziano, pubblichiamo il contributo di Elisabetta Depersio – Comitato Umbro Acqua Pubblica

La privatizzazione del servizio idrico è stata avviata in Italia dalla Legge Galli  (L. 36 del 5/1/1994,  Governo Ciampi, fine legislatura 16/1/94) che ha previsto la creazione degli Enti d’Ambito (assemblee dei Comuni) l’accorpamento delle aziende municipali presenti nei Comuni e la partecipazione della componente privata all’interno dei gestori.

Successivamente il  DM 1/8/1996 sul metodo normalizzato (Di Pietro – Governo Prodi) ha stabilito le componenti della tariffa del servizio idrico tra le quali la cosiddetta “remunerazione del capitale investito” pari al 7% fisso del capitale investito del gestore che garantiva il profitto sulla gestione del SII. ( gov. Prodi 2).

L’effetto immediato della privatizzazione furono gli aumenti spropositati delle tariffe per molti territori in Italia. Da questa nacque la prima assemblea dei comitati in lotta per l’acqua in Italia, nel 2007 a Roma a cui parteciparono anche i delegati dall’Umbria ed il Comitato Rio Fergia, all’epoca in fermento contro l’aumento dei prelievi dell’acqua da parte della Rocchetta sulle sorgenti di Gualdo Tadino.

In Umbria la privatizzazione iniziò tra il 2002 e il 2003 con la creazione di 4 Ambiti Territoriali Ottimali di cui l’1 e il 2 amministrati da Umbra Acque spa, partecipata da ACEA, partecipata già da SUEZ, L’ATI 3 con gestore in House, Valle Umbra Servizi, l’ATI 4 gestito dal consorzio SII partecipato allora dalla soc. inglese Severn Trent Water.

 

Le diverse iniziative condivise nel forum portarono al referendum contro la privatizzazione dell’acqua:

-l’abrogazione dell’art. 23 bis – dodici commi – della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica (Decreto Ronchi del Governo Berlusconi, che obbligava all‘affidamento del servizio idrico a soggetti privati attraverso una gara o  a società a capitale misto pubblico-privato con una quota privata di almeno il 40%) Questa normativa avrebbe eliminato le gestioni in House come la VUS.

– Referendum tariffa: abrogazione art. 154 d. Lgs 152/2006 limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.

La partecipazione, sia alla raccolta delle firme, sia alla campagna elettorale del referendum, fu numerosa. A San Terenziano il referente era Valerio Bruschini che si impegnò su questo territorio sia nella raccolta delle firme che nella campagna elettorale.

Il successo del referendum fu sopra tutte le aspettative! Oltre 26 milioni di italiano votarono contro la privatizzazione. Le gestioni in House erano salve e le multinazionali sarebbero tornate indietro non avendo più il profitto garantito nelle tariffe.

L’ATI 3 di Foligno con il gestore in House VUS avrebbe potuto seguire l’esempio di Napoli e trasformare la SPA in House in Azienda speciale e uscire dal sistema privato.

Invece non fu così. Il referendum non fu mai applicato per mancanza di volontà sia degli amministratori locali che di quelli nazionali.

Con d.l. 13 maggio 2011 n. 70, convertito con L. 106 del 12 luglio 2011 e, successivamente, con la

Manovra “salva italia” art.21 D. L. 201/6-12-2011 del governo Monti, la regolazione del SII  passò all’AEEG-SI oggi ARERA,  Autorità di regolazione dei servizi in regime di mercato.

Il nuovo Metodo Tariffario prevedeva in luogo del 7% garantito una componente cosiddetta di “costi di capitale” calcolati invece che in maniera fissa, sulla base di indici di redditività di titoli finanziari.

La privatizzazione era salva e così la redditività per i privati.

In Umbria ACEA (e SUEZ) consolida il patrimonio acquisendo dal comune di Terni la quota dell’ASM. Oggi controlla il 40% del SII di Terni.

Nel 2013 la L.R. n. 11/2013 ha istituito “l’Autorità Umbra per Rifiuti e Idrico (AURI), per l’amministrazione a livello regionale dei servizi rifiuti e idrico che ha adeguato la scadenza della convenzione in essere con Umbra Acque spa a quelle di VUS e SII di Terni preparando la strada verso un gestore unico.

Ciò comporterà il controllo di ACEA (SUEZ) su tutto il territorio regionale e probabilmente l’uniformazione delle tariffe.

In circa 20 anni di gestione privata del Servizio idrico i risultati sono sotto gli occhi di tutti: aumenti delle tariffe, aumenti di perdite delle reti che hanno superato anche il 50%, investimenti non realizzati.

A  San Terenziano i problemi del rifornimento idrico e della depurazione sono noti a tutti e oggi si parla di eventuali emergenze idriche dovute alla siccità, emergenze che potevano essere evitate se fossero stati realizzati i lavori previsti nei piani d’ambito 2015 e 2016 con finanziamenti già stanziati:

Allacci nuove linee G.Cattaneo, S.Terenziano e Pozzo Durata prevista dal piano 2 anni
Anno di avvio previsto dal piano 2016 Importo previsto dal piano 31.000,00 euro, Stato di avanzamento da avviare.

Adeguamento normativo e potenziamento degli impianti di depurazione a Ponte di Ferro, Grutti-San Terenziano e Bivio Cerquiglino (III lotto) (Saragano – Pozzo)  (III lotto) (Saragano – Pozzo). Durata prevista dal piano 3 anni – Anno di avvio previsto dal piano 2015 – Importo previsto dal piano 282.000,00 euro Affidamento in corso, progetto da avviare.

Lavori che sono stati reinseriti nel “Piano  delle opere strategiche” 2020-2023 allegato alla delibera del C.D. AURI n. 26/2020 (interventi n. 424 e 91) che si prevede di avviare nel 2023.

Redazione

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Il Sadadì è un’esperienza che nasce per far luce sulle ombre che avvolgono le aree marginali di questa Italia piena di sgomento e di racconti a metà. Per aprire finestre sul legame tra le vicende dei grandi palazzi e le loro ripercussioni sulla galassia di piccoli paesi che li circonda. Il blog è aperto e le nostre bio sono in calce, perché chi ha il coraggio di dire, deve avere anche il coraggio di mettere la faccia di fianco alle proprie idee. Tutto è pronto, che il racconto abbia inizio.

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