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Il riscaldamento globale è un aspetto del cambiamento climatico che si riferisce all’aumento a lungo termine delle temperature del pianeta. Sebbene ultimamente questo argomento stia avendo un maggiore riscontro mediatico, non tutti riescono ad integrare nella propria routine quotidiana alcune buone abitudini considerate ecosostenibili. In questo articolo fornirò una panoramica sul modello ecologico svedese, focalizzandomi su ciò che ho notato vivendo a Stoccolma e sulle azioni generali prese a favore dell’ambiente in Svezia. 

La Svezia è considerata un modello di sostenibilità in Europa. Uno dei maggiori obiettivi dello stato, infatti, è incrementare ulteriormente il loro attuale utilizzo di energie di origine “verde” ottenendo così entro il 2040 l’autosufficienza energetica attraverso l’uso esclusivo di fonti rinnovabili. Ci sono moltissime iniziative in diverse città svedesi che hanno permesso allo stato di guadagnarsi questo appellativo. La città di Växjö, per esempio, è stata considerata la “città più verde d’Europa”. In questa città si utilizza un sistema di teleraffreddamento e riscaldamento centralizzato, ed è inoltre presente una rete di trasporti pubblici funzionante a biogas e fonti rinnovabili. La città promuove uno stile di vita salutare, per esempio incentivando l’utilizzo della bicicletta come mezzo alternativo di trasporto. Anche i rifiuti dell’industria forestale locale vengono bruciati in aree adibite, per generare calore ed energia. Göteborg, la seconda città più grande della Svezia, vanta una rete di teleriscaldamento lunga 1.200 chilometri e che riscalda il 90 per cento dei condomini della città, insieme a 12.000 case unifamiliari (La sostenibilità in Svezia | YAZU!).  

Per quanto riguarda Stoccolma, pur essendo la città col tasso abitativo più alto della Svezia, è considerata un modello di sostenibilità e innovazione. E’ infatti stata premiata come prima capitale verde d’Europa nel 2010, garantendo un sistema di trasporto efficace e sostenibile. Vivendo qui ho subito notato come la stragrande maggioranza della popolazione abbia una mentalità volta verso la cura e la salvaguardia dell’ambiente. Essendo la rete dei mezzi di trasporto molto ben sviluppata, moltissime persone che lavorano nella città prediligono i mezzi di trasporto o la bici all’automobile. Entrando al supermercato si nota come i piatti e le posate di plastica non sono disponibili ma vengono vendute delle alternative ecologiche di carta o altri tipi di materiale organico. Lo stesso discorso vale per i sacchetti per le verdure e le buste per la spesa, le quali in linea generale, sono disponibili di carta o di tessuto. 

Un’altra strategia ecosostenibile operata dalla Svezia è Il “Pant”, in svedese deposito. Questo sistema è stato introdotto nel 1984 per il riciclaggio di plastica e latta. In Svezia al momento dell’acquisto di bottiglie di plastica e lattine si paga un deposito sul loro acquisto, il quale però viene rimborsato per intero riportando il vuoto agli appositi contenitori della stazione di riciclaggio o ai supermercati. Questo serve per incentivare la popolazione a riportare le lattine e le bottiglie vuote e facilitarne il riciclaggio (Gli Svedesi riciclano più che mai tramite il “Pant” (recyclingpoint.info). Infine, seguire una dieta vegetariana o vegana è molto facile qui. In tutti i supermercati, ristoranti, fast food e via dicendo, si trovano tantissime alternative alla carne agevolando in questo modo le persone che seguono questo tipo di regime alimentare. 

La crisi ambientale si sta facendo sentire ogni giorno di più, ed è per questo che bisogna fare qualcosa per ridurre l’impatto umano sull’ambiente. Scegliere di seguire piccoli accorgimenti per essere più ecosostenibili è diventata una necessità, basta solo cambiare piccole abitudini giornaliere per dare grandi risultati che beneficeranno l’ambiente e la qualità di vita di tutti noi. 

Ramona Santini

Ramona Santini

Sono laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico all’Università degli Studi di Perugia. Al momento lavoro come assistente di ricerca in microbiologia al Karolinska Institutet di Stoccolma e oltre alla passione per la Scienza coltivo la passione per la natura e per le culture straniere.

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