Siamo i protagonisti e gli artefici della crisi idrica che stiamo vivendo, ma anche gli eredi di un Mondo lasciato andare, paradossalmente, alla deriva. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Amina Mohammed, dichiarò: «C’è la convinzione che l’acqua sia in quantità illimitata e tutti ne abbiano accesso perché basta aprire un rubinetto e ciò è un grande problema.». Mai parole furono più giuste.
Non si tratta di un’emergenza nuova perché è almeno da 50 anni che si moltiplicano gli allarmi in Italia e nel mondo.
Tanti sono i fattori che hanno, nel tempo, contribuito alla crisi idrica, tra questi ha pesato la distruzione della metà degli ecosistemi d’acqua dolce del pianeta, comprese le falde acquifere sotterranee, dovuta all’espansione delle aree urbane. Il 97% dell’acqua del globo è salata, il 2% si trova nei ghiacciai e il restante 1% è utilizzato dall’intera popolazione mondiale. Ovviamente la scarsità d’acqua è legata proprio a quest’ultima cifra e la maggior parte di queste risorse si trova sotto terra. Accedere all’acqua sotterranea non sarebbe nemmeno difficile, ma le falde acquifere impiegherebbero millenni per riempirsi nuovamente, quindi queste andrebbero considerate e trattate come riserve e utilizzate solo quando è strettamente necessario. Ovviamente tutto ha un prezzo: un’azione simile creerebbe depressioni importanti del suolo.
Un’altra causa è l’inadeguatezza della rete idrica di distribuzione: nelle aree sottosviluppate le perdite superano anche il 50% dell’acqua immessa nell’impianto. In questo triste primato noi non siamo da meno: a Terni quasi la metà dell’acqua immessa nella rete idrica va persa, mentre a Perugia la percentuale si ferma al 35,7 per cento mentre 36,2% è la media nazionale. Questo è quello che è emerso nel report di Istat pubblicato in occasione della 35esima Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’Onu nel 1992.
Ciò che più di tutto ha però causato la crisi idrica che stiamo vivendo è l’aumento demografico degli ultimi 100 anni che ha causato un aumento del 600% dei suoli agrari irrigati necessari per far fronte alle crescenti esigenze alimentari, ma anche da un incremento di oltre il 700% dei consumi idrici complessivi al pianeta: infatti il consumo d’acqua nel mondo è aumentato, negli ultimi anni, di 6 volte, a un ritmo più che doppio rispetto al tasso di crescita della popolazione. Il mangime destinato agli animali di allevamento necessita di circa 500 litri di acqua per produrne un chilo. Considerato il fatto che un bovino consuma circa 12 chili di mangime al giorno, produrre 113 grammi di carne equivale a 1.650 litri d’acqua. Gli Stati Uniti detengono il primato come i maggiori consumatori di carne al mondo.
Ultimo, ma non meno importante, tra i fattori determinanti della crisi idrica abbiamo il cambiamento climatico che ha accelerato il fenomeno con l’aumento della siccità. Sono circa 4 miliardi le persone, sui 7,8 miliardi di abitanti umani della Terra, che sperimentano già una grave carenza d’acqua per almeno un mese all’anno. Tra il 1970 e il 2019, il 7% di tutti gli eventi catastrofici nel mondo sono stati legati alla siccità e hanno contribuito a ben il 34% delle morti legate ai disastri.
Sempre più persone, circa 700 milioni, sperimentano periodi di siccità più lunghi rispetto al 1950.
Nel primo trimestre dell’anno 2022, le precipitazioni atmosferiche in Umbria sono state sensibilmente inferiori alle medie storiche, con una diminuzione stimata tra il 35 e il 50% a seconda delle zone. Anche nell’anno 2021, il semestre febbraio-luglio è stato caratterizzato da precipitazioni atmosferiche inferiori alle medie storiche.
A livello nazionale, la scarsità di precipitazioni atmosferiche, iniziata lo scorso anno e proseguita nel primo trimestre del 2022, si ripercuote inevitabilmente sullo stato delle riserve idriche sotterranee, soprattutto sui sistemi idrogeologici caratterizzati da bacini di alimentazione meno ampi e profondi, che offrono una maggiore vulnerabilità alle crisi idriche. Il 51% dei livelli di falda si collocano attualmente al di sotto della media di altri Paesi, l’8% al di sopra di essa e il 41% è in media con il periodo attuale. Per quanto riguarda le sorgenti umbre, sono tutte (100%) in una situazione di deficit, più o meno accentuato.
Le piogge cadute nel mese di aprile hanno stabilizzato temporaneamente i livelli di falda e le portate sorgive ma non sono state sufficienti a porci in una soglia di tranquillità.
Le maggiori criticità sono riconducibili a tutta la valle del Tevere, al Vulsino e alla Valle Umbra, soprattutto nei settori di Foligno e Spoleto. La situazione potrebbe peggiorare sensibilmente con l’incremento estivo del fabbisogno idrico e, in assenza di precipitazioni significative, potrebbero emergere problemi localizzati nell’utilizzo delle risorse idriche e nell’approvvigionamento idropotabile. In Italia il settore agricolo assorbe il 60% dell’intera domanda di acqua del Paese, seguito dal settore industriale ed energetico con il 25% e dagli usi civili per il 15%. La scarsità di acqua porterà inevitabilmente problemi nel settore agricolo, minore disponibilità del prodotto e un sicuro aumento del suo costo finale.
Tanti i controlli che si cerca di compiere lungo i corsi d’acqua per contrastare il pescaggio idrico abusivo. In uno di questi, effettuato dalla Stazione Carabinieri Forestale di Campello sul Clitunno, sono emerse irregolarità nei pressi del torrente Puglia nel nostro Comune. Ogni fiume e torrente della regione è stato suddiviso in tratti che ogni settimana vengono controllati e scandagliati dai Carabinieri Forestale. Queste ispezioni rientrano nell’ambito di una campagna mirata ad effettuare controlli sui corsi fluviali ai fini della prevenzione del dissesto idrogeologico, per ridurre i potenziali pericoli per i cittadini derivanti da frane, alluvioni e smottamenti e a tutelare il territorio da abusivismi urbanistico-edilizi. In uno di questi controlli veniva rilevata la presenza di un pozzo non segnalato. Dalle indagini che sono seguite sono emerse irregolarità amministrative che hanno portato al sanzionamento dell’accusato.
Cosa accadrà quindi nel nostro Comune? La situazione, anche quest’anno, non si prospetta rosea. Ogni anno Gualdo Cattaneo, in alcune frazioni in particolar modo, è colpito da una grave crisi idrica (leggi qui). Abbiamo visto quanto questa difficoltà reale è inserita, insieme ad altre problematiche, in un sistema più ampio e globale. Ma è veramente possibile non poter agire e intervenire in alcun modo? È possibile invertire la rotta nefasta? È possibile prevenire i periodi di crisi con interventi mirati? È possibile intervenire nella manutenzione programmata e permanente della rete idrica? Queste ed altre domande saranno oggetto, prossimamente, di un dibattito pubblico e aperto.