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Abbiamo tutti sentito parlare della vicenda accaduta lo scorso aprile in Trentino-Alto Adige dove Andrea Papi, durante una sessione di allenamento in montagna, è stato attaccato ed ucciso da un orso appartenente alla fauna selvatica del posto. Dopo questo fatto sono state molteplici le discussioni riguardo le azioni da mettere in atto nei confronti dell’animale selvatico e la necessità di introdurre nuove regole al fine di poter avere una convivenza armonica tra animali selvatici e uomini. In questo articolo descriverò la gestione della fauna selvatica in Svezia e come questa è cambiata nel corso degli anni, focalizzandomi sugli orsi bruni.

La Svezia ha la più grande copertura forestale in Europa con circa 28 milioni di ettari che rappresentano il 68.95% della superficie totale del paese e una biodiversità in termini di flora e fauna molto varia e affascinante. (Paesi Europei Con La Maggior Parte Della Copertura Forestale | 2023 (ripleybelieves.com)). Anche a Stoccolma, la capitale della Svezia, è comune entrare in contratto con animali selvatici quali cervi, scoiattoli, lepri, e meno comunemente alci. In Svezia in generale, la fauna selvatica è molto peculiare e varia a seconda della zona presa in considerazione. La fauna svedese è composta dall’orso bruno (principalmente nelle foreste nord-occidentali e nelle regioni montuose); la lince (un felino che vive principalmente al nord); il bue o il toro muschiato (principalmente nella zona selvaggia di Harjedalen nel nord-ovest della Svezia); il lupo (prevalentemente nella zona centro-meridionale dello stato); la volpe artica (principalmente al nord della nazione); la renna ed altre specie animali.

Le politiche attuate nei confronti degli animali selvatici autoctoni, e in particolare degli orsi, sono mutate radicalmente nel corso degli anni. Nella metà del 1800 la Svezia contava circa 1.650 orsi mentre nella metà degli anni 90, a seguito dell’introduzione di taglie sugli orsi da parte dello stato, il numero di orsi selvatici è sceso a circa 700. ( The near extinction and recovery of brown bears in Scandinavia in relation to the bear management policies of Norway and Sweden (bioone.org)). Questo ha quasi portato all’estinzione della specie animale nella nazione scandinava, ma fortunatamente la situazione migliorò grazie al cambiamento delle regolamentazioni e ad un cambiamento della percezione sociale nei confronti dell’animale.

Grazie all’introduzione di politiche di caccia più restrittive c’è stato un aumento della popolazione degli orsi bruni in Svezia. Il risultato ottenuto dalla stima della popolazione del 2017 ha mostrato la presenza di circa 2.800 orsi nel territorio svedese (Facts about Bears in Sweden — WildSweden – wildlife adventures in Sweden). Come riportato nello studio “Human hunting influences adaptation in bear cub parenting (phys.org)” una delle politiche attuate a questo fine prevedeva il divieto di uccidere l’orso femmina e i suoi cuccioli, favorendo così l’aumento in numero della specie animale. Questa azione però, ha avuto sia vantaggi che svantaggi dato che le orse, pur mantenendo i cuccioli più a lungo per vivere in modo più sicuro, si riproducono più sporadicamente riducendo così il numero totale di prole durante il corso della loro vita. Ad oggi la situazione è più stabile, infatti il monitoraggio dell’orso non avviene più per lo più con le armi, ma grazie ad un sistema di videocamere installato nelle aree prevalentemente abitate dall’animale.

Un altro fattore che ha garantito una migliore convivenza tra uomo ed orso è l’aumento della consapevolezza sociale nei confronti dell’animale. In Svezia, negli ultimi 15 anni infatti, gli incontri totali tra orso e uomo sono stati circa 114 e la maggior parte si è conclusa senza nessun attacco da parte dell’animale. L’orso è considerato infatti un animale solitario, timido e schivo, che desidera solamente vivere in pace nel suo habitat per potersi nutrire e riprodurre. Non sono esseri viventi pericolosi né aggressivi ma hanno molta paura dell’uomo dato che hanno imparato a temerlo come nessun altro predatore al mondo.

Ramona Santini

Ramona Santini

Sono laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico all’Università degli Studi di Perugia. Al momento lavoro come assistente di ricerca in microbiologia al Karolinska Institutet di Stoccolma e oltre alla passione per la Scienza coltivo la passione per la natura e per le culture straniere.

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