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Con l’Europa in attesa delle prossime elezioni parlamentari, è fondamentale comprendere il panorama politico all’interno dei singoli Stati membri. In questo contesto, uno sguardo approfondito alla situazione politica in Svezia rivela una realtà complessa e in evoluzione, che ha importanti implicazioni per il futuro del Paese e il suo ruolo all’interno dell’Unione Europea.

La Svezia si articola su quattro livelli di governo: locale, regionale, europeo e nazionale. A livello locale, i 290 comuni svedesi gestiscono una vasta gamma di servizi tra i quali strade, assistenza agli anziani, assistenza all’infanzia e pronto soccorso, mentre a livello regionale, le 21 regioni si occupano, tra le altre cose, dell’assistenza sanitaria e odontoiatrica. I politici a livello regionale e locale si occupano delle questioni specifiche delle rispettive aree, mentre quelli nazionali prendono decisioni a livello nazionale. Entrata nell’Unione Europea nel 1995, la Svezia ha aggiunto un nuovo strato di governo al suo panorama politico, partecipando attivamente al processo decisionale a livello europeo (Swedish government | sweden.se).

Ora un focus più dettagliato a livello nazionale. Per quanto riguarda le elezioni parlamentari svedesi, queste si tengono ogni quattro anni la seconda domenica di settembre. Nel sistema multipartitico, i membri del parlamento vengono eletti dagli elettori attraverso un sistema proporzionale che, a sua volta, elegge il Primo Ministro. Storicamente la Svezia ha registrato un’alta affluenza alle urne alle elezioni parlamentari, con una percentuale di partecipazione superiore all’80% dal 1970. Tuttavia, non vi è un’unica ragione dietro a questa elevata partecipazione, ma la fiducia nel sistema politico e la registrazione automatica degli elettori sono spesso indicate come fattori rilevanti. (Statista.com).

La Svezia, tradizionalmente un paese di orientamento liberale, ha subito notevoli cambiamenti nel panorama politico nel corso del tempo. Un esempio tangibile è rappresentato dai risultati divergenti delle elezioni parlamentari del 2018 e del 2022. Nel 2018, con il 28,3% dei voti, il primo partito rimane quello dei Socialdemocratici, partito di centro-sinistra che pone l’accento sulla giustizia sociale e sull’espansione dello stato sociale. I Moderati, partito di centro-destra, si confermano al 19,8%, principale forza di centro-destra. Il partito di estrema destra degli Sverigedemokraterna raggiunge il 17,5%, rispetto al 12,9% delle precedenti elezioni del 2014. A quel tempo, l’estrema destra avanza ma non vince. Durante le elezioni del 2022 però, la situazione cambia. Il primo partito rimane quello dei Socialdemocratici con il 30,3% questa volta segnando il record negativo di voti favorevoli. I Moderati si confermano al 19,1%, mentre i Sverigedemokraterna raggiungono il 20,5% (https://behorizon.org/post-election-reflection-a-new-political-era-in-sweden/).

I Sverigedemokraterna, originariamente emersi da movimenti neo-fascisti alla fine degli anni ’80, sono diventati il principale partito di destra, riuscendo a ottenere oltre il 20% dei voti. Nonostante abbiano temperato le loro posizioni più estreme, mantengono un profilo fortemente anti-immigrazione ed euroscettico. La loro popolarità è stata alimentata dalla leadership carismatica di Jimmie Åkesson, che ha saputo sfruttare come slogan elettorale le problematiche legate alla violenza tra bande e agli omicidi, spesso concentrate in aree della Svezia con una significativa presenza di immigrati, acuendo così le tensioni e alimentando sentimenti di ostilità verso le minoranze. D’altra parte, il Partito Socialdemocratico, impegnato nel plasmare una società basata sugli ideali della democrazia e sui principi di uguaglianza e pari diritti per tutti, nonostante sia diventato il partito più grande sia in termini di voti che di seggi parlamentari, ha dovuto cedere il potere al blocco di centro-destra poiché i loro alleati parlamentari non hanno raggiunto la maggioranza.

All’orizzonte delle imminenti elezioni europee, il contesto politico in Svezia fornisce un’anticipazione delle sfide e delle dinamiche che potrebbero caratterizzare anche il panorama politico dell’Unione Europea. Con una crescita dell’estrema destra, il futuro del progetto europeo si trova ad affrontare un crocevia cruciale, dove ogni voto e ogni decisione potrebbero plasmare il corso degli eventi nei prossimi anni.

Ramona Santini

Ramona Santini

Sono laureata in Tecniche di Laboratorio Biomedico all’Università degli Studi di Perugia. Al momento lavoro come assistente di ricerca in microbiologia al Karolinska Institutet di Stoccolma e oltre alla passione per la Scienza coltivo la passione per la natura e per le culture straniere.

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