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Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) pone in essere 4 sfide: migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia; ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica; sostenere la transizione verde e digitale; innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione di occupazione. 6 sono invece le missioni in cui ha deciso di investire forze ed energie: digitalizzazione, innovazione, competitività; rivoluzione verde e transizione ecologica; salute; infrastrutture per la mobilità; istruzione, informazione, ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale.

Insomma, il legislatore e gli organi di governo si sono resi conto che per uscire da una grande crisi come quella che stiamo vivendo ora, era necessario sviluppare un piano programmato e a lungo termine che coinvolgesse però anche problematiche pregresse, e ormai incombenti, così da mettere tutto a sistema con l’obiettivo ultimo di una concreta rinascita mirata al progresso. Tutto questo non poteva essere nemmeno vagamente considerato senza un piano di cospicui finanziamenti come quelli messi in campo dall’Europa in questo momento.

Nel corso delle ultime settimane, i miei colleghi hanno avuto modo di scrivere del PNRR analizzandone alcuni aspetti legati al nostro territorio (qui e qui).

Con questo pezzo il mio intento è quello di analizzare, sommariamente, il PNRR alla luce delle possibilità che può offrire al nostro territorio nel campo della cultura.

Le principali linee di azione delineate nell’ambito del PNRR concernenti la Cultura sono incluse nella terza componente della Missione 1, che è interamente dedicata a Turismo e Cultura 4.0, due dei settori più colpiti dalla pandemia. Con 6,675 miliardi di euro si mira a incrementare il livello di attrattività del sistema turistico e culturale del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture, materiali e immateriali. Gli investimenti previsti per la Cultura ammontano nel complesso a 4,275 miliardi di euro a cui si sommano nel Fondo Complementare gli investimenti del Piano Strategico Grandi Attrattori Culturali, per 1,460 miliardi di euro, per il finanziamento di 14 interventi di tutela, valorizzazione e promozione culturale.

Nella Misura 1 denominata “Patrimonio culturale per la prossima generazione” 500 milioni di euro sono destinati a 12 progetti per: incrementare, organizzare, integrare e conservare il patrimonio digitale di archivi, biblioteche, musei e luoghi della cultura; offrire a cittadini e operatori nuove modalità di fruizione; sviluppare un’infrastruttura cloud e software per la gestione delle risorse digitali; 30 milioni per migliorare l’efficienza energetica di cinema, teatri e musei e altri 300 milioni per la rimozione di barriere architettoniche in musei, biblioteche e archivi e investimenti per l’accessibilità.

La Misura 2 denominata “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale religioso e rurale” sembra toccarci da vicino. 1 miliardo e 20 milioni sono destinati al “Piano Nazionale Borghi” per valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni presente nelle aree interne, dall’enorme valore paesaggistico-culturale e dal grande potenziale di crescita economica, con l’intento di migliorarne l’attrattiva. Il 20 dicembre 2021 è stato presentato l’avviso pubblico per l’accesso alle risorse del Piano Nazionale Borghi previsto dal PNRR. Due sono le linee d’azione perseguite con questo progetto. La prima, alla quale sono destinati 420 milioni di euro, sosterrà progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono o già abbandonati, tramite la realizzazione di un numero limitato di interventi di carattere esemplare, uno per ciascuna Regione o Provincia Autonoma per un totale di 21. Ciascun intervento sarà di importo pari a € 20 milioni e sarà finalizzato al rilancio economico e sociale di borghi disabitati o caratterizzati da un avanzato processo di declino e spopolamento. I progetti dovranno prevedere l’insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca (ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri, alberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali -RSA- ecc.). Per questa linea di azione le Regioni, definita l’intesa con il Comune scelto e interessato dall’intervento, dovranno presentare la propria proposta al Ministero della Cultura entro il 15 marzo 2022. Il percorso di verifica si concluderà entro maggio 2022 con l’ammissione al finanziamento delle 21 proposte e l’assegnazione delle risorse al soggetto attuatore individuato da ogni Regione.

La seconda linea d’azione mira alla realizzazione di progetti locali di rigenerazione culturale di almeno 229 borghi storici. In particolare, 380 milioni andranno a sostenere le proposte presentate dai Comuni e 200 milioni di euro verranno impegnati per l’aiuto di micro, piccole e medie imprese locali o che intendono insediarsi nei borghi che saranno selezionati. La prima componente si attuerà tramite avviso pubblico emanato dal MiC per il finanziamento delle proposte presentate da Comuni in forma singola o aggregata – fino a un massimo di 3 Comuni – con popolazione residente complessiva fino a 5.000 abitanti. I progetti potranno prevedere interventi, iniziative o attività in ambito culturale e in quelli dell’istruzione, ricerca, welfare, ambiente o turismo. L’importo massimo del contributo sarà di € 1,65 milioni circa a borgo. Da questa seconda linea il Comune di Gualdo Cattaneo ne rimane tagliato fuori causa mancanza di requisiti (la popolazione è maggiore, anche se di poco, alla soglia di 5.000 abitanti pertanto ne risulta escluso. Perennemente in un limbo in cui non si è considerati piccolo comune e in cui non si può considerare nemmeno di medie dimensioni e per queste ragioni ha perso, nel tempo, occasioni per partecipare a finanziamenti di progetti).

Difficilmente abbiamo mai sentito parlare di cifre così astronomiche per il settore culturale e turistico ma nonostante questo, nonostante questo sforzo e questo impegno, la torta da dividere è sempre troppo piccola e tante realtà resteranno escluse. Un peccato per la nostra Regione dove, in rapporto al numero di abitanti, c’è la concentrazione maggiore di “Borghi più belli d’Italia”: ben 28 piccoli paesini si fregiano attualmente di questo titolo.

Nella Misura 2 un capitolo importante è dedicato alla sicurezza sismica in un’Italia ad alto rischio. Il progetto denominato “Recovery Art Conservation Project” prevede un programma di prevenzione antisismica per chiese, campanili e torri e interventi di restauro delle chiese del Fondo Edifici di Culto (FEC); la creazione del Centro per il controllo e il monitoraggio dei Beni Culturali per la sicurezza dei siti culturali italiani e la realizzazione 5 depositi temporanei per la protezione dei beni culturali mobili in caso di calamità naturali grazie alla riconversione di centrali nucleari dismesse ed ex strutture militari (ad Alessandria, Piacenza, Caserta, Roma e Camerino). Per la realizzazione di questi 5 depositi deve sicuramente aver fatto scuola il Deposito di Santo Chiodo di Spoleto, progettato a seguito del devastante terremoto del ’97, quando si è sentita l’esigenza di tutelare la storia e il patrimonio culturale dell’Umbria, per far fronte ad una eventuale e futura emergenza sismica che poi si è purtroppo verificata nel 2016; un luogo che oltre a fungere da deposito per le opere d’arte salvate e li ricoverate è anche laboratorio di restauro, studio, ricerca e catalogazione.

La misura 3 prevede il finanziamento per lo sviluppo dell’industria cinematografica e lo sviluppo della capacità degli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde.

Infine € 1.460 milioni sono destinati alla realizzazione di 14 interventi strategici su altrettanti Grandi Attrattori Culturali (60% nel sud Italia e 40% nel centro e nord).

La percezione che si ha è che, per quanto l’impegno economico profuso a breve termine per dei risultati valevoli a lungo termine sia molto elevato, Comuni come il nostro possano rimanerne esclusi. Sarà interesse e cura degli Amministratori locali esser capaci di salire su questo treno e approfittare di questo viaggio verso il miglioramento che, sicuramente, non ripasserà a breve.

Sara Trionetti

Sara Trionetti

L’arte e la letteratura mi appassionano da sempre, perciò intraprendo studi classici. L’attaccamento all’Umbria si esprime in ambito accademico con tesi specialistiche legate al territorio, poi in ambito lavorativo, prestando servizio in molti musei della Regione, e infine come guida escursionistica e accompagnatore turistico. Con passione accompagno italiani e stranieri alla scoperta della storia, delle tradizioni, del buon cibo e della natura della mia amata Umbria. I tramonti mi commuovono, il panorama dalle vette delle montagne anche. Le mie giornate sono piene di ore di studio, escursioni con Foresta e sport. Sono cresciuta nel volontariato, attività che ho svolto con impegno e dedizione. Sono una di quelle persone che ha scelto di rimanere perché crede nelle potenzialità di questo territorio.

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