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Molti di noi sanno che l’impianto sportivo di Collesecco si chiama stadio “Dante Bussotti”, molti di noi lo hanno frequentato come calciatori, spettatori di eventi sportivi, come giovani atleti (negli ultimi anni quelli che un tempo si chiamavano giochi della gioventù si svolgono li), molti ci hanno parcheggiato nei giorni del Presepe vivente o per la bella manifestazione Marcellano Vincanta.

Molti purtroppo non hanno idea di chi sia stato Dante Bussotti, la memoria di un omicidio fascista che tanto ha fatto male alla nostra comunità inizia a diradarsi ed è per questo che, domenica 14 aprile alle ore 10:00 presso il parco Acquarossa, la sezione Anpi di Bevagna organizzerà un’iniziativa per ricordarlo. Per non lasciar cadere nel dimenticatoio l’8 aprile 1944, giorno in cui il giovane militare in congedo per malattia, venne ucciso con un colpo di fucile dai fascisti di Collesecco nella sua casa di Ponte di Ferro.

L’iniziativa rientra in una serie di eventi che in occasione dell’ottantesimo della Resistenza al nazifascismo si fa più fitto: il 21 aprile la passeggiata della memoria partigiana Bevagna – Fosso cerreto Piano, le celebrazioni del 25 aprile in località “Cinque Cerri”, la partecipazione e l’apposizione di una targa commemorativa per il Tenente Bocchini a S. Terenziano che si terrà a maggio, la settimana della Cultura della Pace organizzata dalla Pro Loco di Castelbuono e di Cantalupo a cui l’Anpi aderisce e per cui si farà promotrice di due giornate dedicate alla Costituzione per discutere di autonomia differenziata e di premierato. La Sezione Anpi di Bevagna si è da sempre contraddistinta per la sua frizzantezza e da alcuni anni, grazie all’iscrizione di alcuni cittadini Gualdesi, questa vitalità ha iniziato a contaminare anche Gualdo Cattaneo.

L’iniziativa del 14 aprile ha sicuramente il compito di ricordare, la presenza dello storico Tommaso Rossi ci permetterà di ricostruire i tragici fatti di quel giorno, il colpo di fucile sparato al giovane Dante Bussotti che si affacciava alla finestra richiamato dagli schiamazzi. Un colpo che aveva la volontà di uccidere, un omicidio premeditato. Un episodio efferato che ci ricorda quanto i fascisti di Collesecco fossero convinti e crudeli, si narra che addirittura i giorni seguenti i carnefici si vantarono con la famiglia della vittima della loro azione: “quest’anno per Pasqua non avrete problemi con la carne fresca”. L’iniziativa è il primo passo per cercare di ricostruire una memoria collettiva sulla tragica uccisione di Dante, un episodio poco enfatizzato e che negli ultimi anni è finito nel dimenticatoio. Dopo l’intitolazione dello stadio Comunale anche i governi di sinistra e centro sinistra locali non si sono adoperati a farlo inserire nei crimini perpetrati del nazifascismo in Italia, mancanza che andrà recuperata.

Sarà possibile conoscere il contesto in cui il singolo episodio è avvenuto: il fronte di Liberazione che avanzava, le azioni partigiane sempre più frequenti, l’esercito nazista e gli sgherri fascisti locali allo sbando; situazione che non giustifica, ma che al contrario rende ancor più responsabili chi, dopo l’otto settembre millenovecentoquarantatré ha deciso di restare dalla parte sbagliata. Proprio così perché se fino a quel momento la forza del regime, il controllo sui sudditi, le angherie che subivano coloro che non erano allineati e la paura che ne derivava può essere in parte compresa, da quella data ogni giustificazione è diventata una scusa, da quel momento non si era più indottrinati e succubi ma fiancheggiatori.

Oltre a ricordare può essere il momento per pensare se negli anni a Gualdo Cattaneo è stato fatto abbastanza per onorare la memoria dell’Antifascismo e della Resistenza: le Amministrazioni Comunali, anche e soprattutto quelle di centro sinistra, hanno lavorato in maniera adeguata per coltivare e mantenere vivi quei valori fondanti della nostra Democrazia? La sensazione è che tutti per troppo tempo abbiamo dato per scontato quei sentimenti, ci simo disinteressati e occupati di altro, relegando troppo presto alle pagine della storia ciò che è accaduto nel nostro paese. A Gualdo Cattaneo mancano delle pubblicazioni in grado di darci un quadro su cosa sia stato il fascismo a livello locale e su come si sia trasformato dopo il giugno del 1944: mancano ricerche, analisi e riflessione sui singoli episodi, sui fatti che hanno portato alla liberazione e su quale sia stato il comportamento della classe dirigente. Sarebbe necessario uno studio per comprendere i legami che intercorrevano prima, durante e dopo il fascismo, tra autorità e potentati economici locali, capire quanto e se le famiglie bene, che qui erano perlopiù i proprietari terrieri, famiglie subito riabilitate dopo l’arrivo degli alleati, siano stati come altrove fiancheggiatori e propulsori del fascismo, ed eventualmente comprendere se e quanto la Liberazione sia stata in grado di estrometterli dalla gestione del potere istituzionale.

Occorre farlo per rispondere a chi mistifica e prova ad equiparare fascismo e comunismo, a chi nei propri discorsi utilizza troppi “ma”, a chi identifica il male attuale nel nostro paese e dei nostri territori nei settanta anni di governi democratici. Occorre farlo oggi perché se è probabile che, come hanno affermato molti emeriti studiosi, il pericolo fascismo in stivali neri e baionette non è alle porte, studiare, ricordare e attualizzare ciò che è successo può renderci ancor più evidente i tempi poco luminosi che viviamo anche nel nostro paese.

L’analisi e la comprensione delle dinamiche del passato, non come semplice operazione di ricerca e memoria, ma come momento di dibattito collettivo può essere utile a rilanciare la partecipazione, a rigenerare anticorpi che a ottanta anni dalla Liberazione appaiono invecchiati per difendere la nostra Democrazia che oggi appare sempre più fragile e sotto attacco.

Alessandro Placidi

Alessandro Placidi

Operaio metalmeccanico e attivista sindacale. Amo fare sport all'aria aperta e viaggiare zaino in spalla, m'interesso di politica nazionale e locale. Non possiamo fare a meno di giudicare l'oggi per costruire il futuro: analizzare i fatti che accadono sotto casa nostra per inserirli nel contesto del mondo in cui viviamo può aiutarci a creare, anche in un "territorio disperso" come il nostro, una coscienza comune per costruire un mondo con meno disuguaglianze, razzismo, inquinamento e sfruttamento.

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