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Auri Umbria (autorità umbra rifiuti e idrico) in collaborazione con Vus (gestore pubblico dei rifiuti del sub ambito tre dell’Umbria) e Felcos Umbria (associazione di Comuni umbri per lo sviluppo sostenibile) hanno avviato una serie di iniziative per stimolare le corrette pratiche di riduzioni e raccolta di rifiuti. La campagna di sensibilizzazione e comunicazione, insieme a percorsi formativi rivolti alle amministrazioni e a servizi educativi praticati nelle scuole, hanno come obiettivi “l’adozione di comportamenti responsabili con uno sviluppo sostenibile del territorio, orientati alla riduzione dei rifiuti da imballaggio, alla loro differenziazione e corretto conferimento”. Se gli obiettivi di “avvicinare le giovani generazioni, i residenti delle aree montane scarsamente popolate e più in generale la popolazione delle aree urbane alle istituzioni ricostruendo il senso civico e la percezione del legame di comunità” attraverso l’educazione e la sensibilizzazione sono condivisibili, i grandi cartelli che troviamo affissi nei nostri territori in cui campeggia la scritta TANTO DIPENDE DA NOI, rischiano di avere l’effetto boomerang ed essere percepiti come l’ennesima autoassoluzione per la classe dirigente e politica.

Proprio così, perché al netto dei deplorevoli comportamenti di chi abbandona i rifiuti o di chi non differenzia, il “deterioramento della fiducia dei cittadini nei confronti del complesso del servizio pubblico di gestione del ciclo dei rifiuti” è frutto dell’incapacità manageriali e di scelte politiche discutibili.

Nel settore raccolta, smistamento e recupero rifiuti nel nostro Comune la questione è più complessa di come la campagna educativa sembra dipingerla, perché se è vero che le buone pratiche vanno continuamente coltivate e rafforzate, è chiaro a tutti come il nostro territorio da zona all’avanguardia (siamo stati tra i primi ad avere un’isola ecologica e per molti anni siamo stati in testa alla classifica dei “comuni Ricicloni”), a causa di mancati investimenti e di una pianificazione approssimativa siamo finiti nella mediocrità.

La tariffazione puntuale che magari permetterebbe di risparmiare a chi è più virtuoso non arriva, il servizio raccolta è in continuo peggioramento, i centri urbani sono sempre più sporchi. Se aggiungiamo il costante aumento delle tariffe è normale che i cittadini siano sempre più sfiduciati.

La politica sembra lavarsene le mani: in passato Vus è stata dipinta dalle opposizioni come un “carrozzone poltronificio covo di lavoratori pigri e inefficienti” e oggi nonostante sia la destra a “comandarla”, spesso viene ancora assunta da chi amministra a capro espiatorio dei disservizi e degli aumenti tariffari.

In questa maniera, alimentando la retorica del mal funzionamento dell’ente, in maniera più o meno conscia, si ripercorre un processo già vissuto per molti altri settori nei decenni passati, lo stesso in atto nella sanità: sedimentare e alimentare nell’opinione dei cittadini il malcontento utile ad avallare una scelta politica ben definita: la privatizzazione.

Il vecchio Sindaco è finito spesso sotto accusa da parte della destra per essere troppo accondiscendente nei confronti delle scelte fatte dai politici dei territori più importanti. Come accade a livello Nazionale il passaggio da opposizione a maggioranza cambia la prospettiva e ora, dopo quattro anni che la destra locale guidata dal sindaco Valentini governa, se volessimo fare propaganda potremmo affermare che anche i fautori del cambiamento hanno assecondato mestamente le decisioni altrui. Niente tutela dell’interesse comunale parafrasando gli slogan che sentiamo a Roma.

Basta pensare all’azzeramento del precedente Cda di Vus e la nomina di nuovi membri “amici” del 2019. Spoil system avventato sia dal punto di vista politico che legislativo, voluto fortemente dal Sindaco di Foligno Zuccherini e condivisa da Valentini. Scelta ritenuta illegittima e costata ad oggi 40.000 euro di risarcimento nei confronti dei dirigenti defenestrati. Soldi che la corte dei conti potrebbe richiedere direttamente ai Sindaci, accusati di danno erariale.

Per non parlare poi del coinvolgimento del nostro territorio sulle scelte strategiche che la dirigenza di Vus assumerà nei prossimi anni. Il piano Industriale è stato approvato dall’assemblea dei soci (di cui fanno parte i Sindaci dei 22 comuni), non ce n’è una copia negli uffici comunali di Gualdo Cattaneo e inoltre lo stesso non è stato discusso dagli organi politici dell’ente: il Consiglio Comunale e la Giunta. Anche il coinvolgimento diretto dei cittadini in questo è stato nullo, del resto dalle indiscrezioni uscite sul “segretissimo piano”, sembra che gli investimenti arriveranno perlopiù dalle tariffe e quindi dalle tasche dei cittadini.  Con il senno di poi, visto che l’obiettivo del cofinanziamento tra Vus e Pnrr per il potenziamento dell’impianto di Casone è saltato, meglio non aver sparso troppo la voce su ciò che era stato approvato “in segreto” anche dal Sindaco Valentini. Alla faccia della trasparenza, della democrazia e del coinvolgimento dei cittadini nei percorsi decisionali.

A complicare la situazione si aggiunge il nuovo piano regionale dei rifiuti voluto dalla Presidente Tesei che rischia di dare la spallata definitiva alla precaria condizione di Vus Spa oltre che creare un nuovo modello regionale di gestione dei rifiuti antistorico e antieconomico con al centro dell’azione la termovalorizzazione (la chiusura del ciclo dei rifiuti avverrà con un inceneritore di cui non si conosce l’ubicazione).

Sia la Cgil che i vertici aziendali, due campane antitetiche, esprimono dubbi sulla scelta della Regione che intende spacchettare l’intera gestione del ciclo dei rifiuti in tre parti ognuno con un gestore: uno per la raccolta e lo spazzamento, un secondo per il trattamento e lo smaltimento più il terzo per la termovalorizzazione. In questa maniera con le attuali capacità d’investimento e impiantistiche Vus sarebbe esclusa dai settori più remunerativi (trattamento e termovalorizzazione) limitandola a concorrere solamente per la raccolta e il trasporto dei rifiuti.  Non prevedendo la possibilità di un affidamento per l’azienda pubblica “in house” (diretto senza bisogno di gara) per la gestione dell’intera filiera Vus avrà addirittura “Difficoltà a persistere sul territorio”. Naturalmente su tutto ciò la maggioranza Gualdese non si esprime; vuoi che si debba magari criticare sua Santità Tesei.

Sul fatto che TANTO DIPENDA DA NOI non vi è dubbio ma forse il senso civico e la partecipazione non andrebbero solo richiesti ai cittadini ma anche alimentati e praticati da chi governa.

Alessandro Placidi

Alessandro Placidi

Operaio metalmeccanico e attivista sindacale. Amo fare sport all'aria aperta e viaggiare zaino in spalla, m'interesso di politica nazionale e locale. Non possiamo fare a meno di giudicare l'oggi per costruire il futuro: analizzare i fatti che accadono sotto casa nostra per inserirli nel contesto del mondo in cui viviamo può aiutarci a creare, anche in un "territorio disperso" come il nostro, una coscienza comune per costruire un mondo con meno disuguaglianze, razzismo, inquinamento e sfruttamento.

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