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Dopo aver fatto qualche considerazione sul Dup predisposto dalla Giunta (qui), dopo aver ascoltato il punto di vista della minoranza (qui), in attesa di sapere se qualcuno della maggioranza voglia rispondere alle nostre domande (abbiamo inoltrato richiesta ufficiale al Sindaco), è possibile fare alcune valutazioni sull’ultimo Consiglio Comunale. La prima riflessione occorre farla sulla partecipazione della cittadinanza alla vita istituzionale. Se si considera quanto il Consiglio Comunale sia seguito o il livello della discussione che scaturisce dalle scelte strategiche che vengono prese, è chiaro che lo stato di salute delle istituzioni locali e più in generale della nostra democrazia non sia ottimale. Anche in passato le sedute del Consiglio Comunale non sono mai state affollate di pubblico ma oggi, nonostante lo streaming ed internet, la situazione è ancor più desolante. Oltre gli addetti ai lavori, le persone collegate da remoto alle sedute del consiglio si contano sulle dita di una mano. La distanza tra politica e cittadini non riesce ad essere colmata nemmeno in un territorio piccolo come il nostro. L’interesse che si accende prima delle elezioni amministrative è un fuoco di paglia che si spegne sistematicamente all’indomani della tornata elettorale. La cittadinanza torna a riassopirsi nell’indifferenza con la fine della campagna elettorale e, gli annunci di incontri pubblici con i cittadini, la promessa di coinvolgimento dei comitati elettorali nel  processo decisionale, sono puntualmente disattesi. Queste dinamiche hanno naturalmente carattere generale, l’affluenza che continua a calare elezione dopo elezione è il sintomo più evidente di un male endemico del nostro Paese. È probabile che la gente non creda più che le cose possano essere cambiate attraverso la partecipazione alla vita democratica e al dibattito politico. Alla militanza politica e al controllo sull’azione di Governo si preferisce la delega distratta quando va bene o l’indifferenza e l’anti politica nella maggior parte dei casi, ignari forse del fatto che “Solo perché non ti curi di avere un interesse alla politica non significa che la politica non si prenda un interesse su di te”. Se a ciò aggiungiamo che a Gualdo Cattaneo l’Amministrazione praticamente non comunica le modalità per poter seguire i lavori dell’assise comunale, non è una sorpresa che il dibattito sia uno spettacolo per pochi intimi. Anche la gestione del  Consiglio è a mio avviso istituzionalmente discutibile e denota una certa insofferenza al confronto politico. È stato aperto il dibattito sul Documento unico di Programmazione senza che il Sindaco, l’assessore competente o il Tecnico abbiano preso la parola per presentare i documenti di Bilancio portati all’approvazione; una vera mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio Comunale. Gli eletti di quell’istituzione infatti, oltre a deliberare atti di indirizzo, pianificazione e programmazione, svolgono la funzione di controllo e verifica nei confronti dell’esecutivo, dovere che non si può compiere semplicemente alzando la mano. Questo a prescindere dall’essere consigliere di maggioranza o di opposizione. Una partecipazione più ampia ed articolata al dibattito sarebbe quindi auspicabile ed opportuna. Non c’è stata la solita serie di quesiti che precedono l’arringa finale dell’avvocato Benvenuta: l’assenza per motivi personali della Capogruppo ha dato la possibilità ai consiglieri di minoranza di conquistare spazio e visibilità e di dare un taglio diverso al dibattito. L’intervento più corposo, quello di Cimarelli, è stato ben articolato e pur ponendo questioni su casi specifici (penso alle domande sulle scuole del capoluogo, sulle opere pubbliche, sui bandi del Pnrr e sulla Centrale Enel) si è preferito un ragionamento generale sull’azione di governo all’incalzare di domande. Chinnici e Bastianini hanno evidenziato mancanze a San Terenziano (il bando sport e periferie per il recupero di impianti non è stato aggiudicato) e nelle frazioni minori (nessuna previsione di investimenti per Pomonte e Cerquiglino nei prossimi tre anni). La maggioranza è stata abbastanza vaga sulle questioni specifiche preferendo elencare una serie di iniziative fatte: si è esaltata l’incisività che, a loro modo di vedere, hanno le azioni a sostegno della famiglia; è stato sottolineato quanto si  stia lavorando per il reintegro di personale a seguito dei pensionamenti e si è ribadito il cambiamento in atto dopo il nefasto passato a marca PD. Un leitmotiv che si ripete ciclicamente omettendo che molti capibastone locali di quel partito abbiano palesemente sostenuto le elezioni Valentini. Al dibattito, malgrado sia stato chiamato in causa sia dalla minoranza che dai suoi colleghi, non ha partecipato l’assessore ai lavori pubblici Gervasi. Non pervenuti alla discussione sul bilancio Brunelli e Alessandrini. Il dibattito è stato in parte sostenuto dal Sindaco ma soprattutto dalla sua vice Annibali che piano piano sembra stia aumentando il suo raggio d’azione. Dall’esterno la sensazione è che a tirare le fila, a curare i rapporti e a guidare l’azione amministrativa sia proprio lei. La forte personalità del vice sindaco viene fuori ogni giorno di più e malgrado per ora la maggioranza sia coesa intorno a Valentini non è escluso che da qui a tre anni, al momento delle elezioni, possa esserci un clamoroso avvicendamento al comando della destra gualdese.

Alessandro Placidi

Alessandro Placidi

Lavoro nella Pubblica Amministrazione come istruttore contabile dopo aver fatto per anni l'operaio metalmeccanico. Sono attivista sindacale della CGIL, amo fare sport all'aria aperta e viaggiare zaino in spalla; m'interessa la politica nazionale e locale. Non possiamo fare a meno di giudicare l'oggi per costruire il futuro: analizzare i fatti che accadono sotto casa nostra per inserirli nel contesto del mondo in cui viviamo può aiutarci a creare, anche in un "territorio disperso" come il nostro, una coscienza comune per costruire un mondo con meno disuguaglianze, razzismo, inquinamento e sfruttamento.

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