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Dopo un lungo periodo di pausa, questo blog non poteva che ripartire dall’evento più significativo dell’estate gualdese: l’inaugurazione del Nuovo Polo Scolastico presso il parco S. Anna di Gualdo Cattaneo dello scorso 15 settembre. Inutile sottolineare come all’evento siano accorse istituzioni di ogni grado, dal presidente della provincia Presciutti alla ex governatrice Donatella Tesei, mentre l’intero gruppo di maggioranza si godeva la felicità dei bambini e i complimenti degli accorsi – comunque non pochi per essere un lunedì mattina. Tutto molto bello, come ogni nuovo inizio che si rispetti, ma ora che l’euforia dei primi giorni comincia a rientrare nella quotidianità, può essere utile fare alcune riflessioni.

 

Della storia di questa vicenda, abbiamo parlato diverse volte in questo spazio (quiqui) perciò, per chi volesse ripassare le puntate precedenti sarà sufficiente semplicemente scrollare indietro e leggere quanto, con la lucidità del momento presente, avevamo a suo tempo scritto. Al momento invece, ciò che mi pare potrebbe essere più interessante analizzare sono 2 questioni: la struttura in sé intesa proprio come edificio finalmente ultimato, e la discussa questione dell’accorpamento con l’istituto di Giano.

 

Nel presentare l’edificio, sin dagli albori l’Amministrazione ha insistito su alcune caratteristiche che l’avrebbero reso un fiore all’occhiello dell’edilizia scolastica regionale. Primo su tutti l’altissimo standard di sostenibilità ambientale dell’edificio in sé e del suo funzionamento. Alimentata da un’importante rete di pannelli fotovoltaici – 

 proprio in occasione dell’inaugurazione il progettista ha confermato che è un risultato molto significativo avere una scuola capaci di produrre fino all’80% dell’energia che consuma (non si ripaga da sola come si era detto un po’ di tempo fa, ma è comunque un ottimo risultato) – la struttura vanta anche un’ottima gestione delle acque meteoriche e un microclima che riduce al massimo gli sprechi. Elementi che offrono un considerevole valore aggiunto che si somma a quello simbolico di aver aperto una nuova scuola in un’area che non sta esattamente vivendo un momento eccezionale né dal punto di vista demografico, né da quello economico. Tuttavia, al netto delle buone notizie, ci sono anche alcuni elementi meno positivi, come l’esiguità delle dimensioni degli spazi comuni, su tutti, la mensa, che per com’è attualmente, parrebbe pressoché escludere la possibilità del tempo pieno – ammenochè non si facciano i turni per mangiare – e la palestra – storico anello debole dell’offerta scolastica gualdese – che oltre a non disporre di spogliatoi, non risulta a norma per alcun tipo di competizione giovanile. Sin dalla mia infanzia, quello dell’offerta sportiva è sempre stato un punto di grande vulnerabilità del nostro territorio, che di fatto inizia già da qui a proiettare le famiglie altrove per cercare opportunità e servizi. Di certo non sarebbe stata la panacea di tutti i mali, ma visto che proprio a Gualdo Cattaneo esiste una squadra giovanile di pallavolo che da anni fatica a trovare posti per giocare, penso che sarebbe stato bello e perfettamente in linea con le intenzioni dell’amministrazione di rendere quel luogo un fulcro della vita sociale gualdese, renderlo adatto alle competizioni. Tanto più visto che la differenza era davvero esigua. Sia chiaro, non siamo qui a fare un caso di Stato per un metro di palestra, sta di fatto però che a volte i dettagli possono fare la differenza e farlo in maniera sostanziale.

 

La questione dell’accorpamento con Giano invece è totalmente diversa. Nelle ultime settimane lo scontro tra maggioranza e minoranza ha investito sedi istituzionali e non, al riguardo. Soprattutto perché si è visto il gruppo di maggioranza passare, nel giro di un anno, da una ferma condanna con tanto di mozione protocollata il 7/10/24 e successivamente approvata in consiglio, all’autorizzazione a procedere decretata dalla delibera di Giunta n.93 dello scorso 9 settembre. Un atteggiamento che non va rimproverato per il pragmatismo, quanto più per la prospettiva di governo su cui si poggia. Ossia, di fatto, sulla pretesa di sconfessare lo stato delle cose per il semplice fatto che non si vogliono riconoscere né queste, né le conseguenze che implicano. Alla luce della nuova normativa nazionale in materia di scuola (rimando al bell’articolo di Alessandro per approfondire qui), accorpamenti e razionalizzazioni sono il futuro di aree come la nostra perché lo Stato non ha più la possibilità di investire le risorse necessarie. A parer mio però non sta tanto qui la parte negativa della vicenda, quanto piuttosto in ciò che rivela dei nostri territori oltre la mera questione in oggetto. E cioè che a nessuno è passato per la testa che quella di poter progettare insieme al comune vicino strutture e progetti in comune potesse essere un modo per migliorare tanto i legami sociali quanto la qualità dell’offerta formativa. Continuare a pensare al vicino come a qualcuno che ci sottrae risorse invece che a un partner con cui progettare insieme il territorio geografico e non solo quello giuridico, è un’attività che non solo non possiamo più permetterci, ma che dovremmo aver oltrepassato già da tempo. Già da quando è nata l’Unione Europea, il più grande progetto di cooperazione e sviluppo tra vicini dalla metà del Novecento in poi. Ovviamente ci sono mille limiti e imperfezioni, ma che dalla collaborazione nasca la ricchezza, questo è un dato di fatto difficile da sconfessare. E anche in questa occasione, anziché pensare a come progettare insieme, ci limitiamo a subire la cosa come una punizione. Come se davvero potessimo essere in grado di andare avanti ognuno per sé. Quando si parla di scuola in questo Paese, si pensa sempre a chi ci lavora e alle famiglie, mentre invece la cosa più importante dovrebbe essere che cosa offriamo a chi costruirà il nostro futuro in termini di contenuti e strumenti. Sono sempre stato un sostenitore del polo unico per il comune di Gualdo, per il pragmatismo dei numeri certo, ma anche perché credo fermamente che la scuola sia lo spazio in cui si creano le relazioni su cui un domani si dovrà reggere il tessuto sociale. E questi legami sono più forti se siamo tutti insieme, se veniamo abituati a pensarci come membri di una stessa comunità, se possiamo diventare amici. Un elemento che il trasferimento degli alunni di Gualdo Cattaneo a San Terenziano degli ultimi anni ha ampiamente dimostrato.

Quindi ecco, per ora l’unione è della parte amministrativa, poi, inevitabilmente arriverà anche l’accorpamento delle strutture – è palese che andrà così – sta a noi scegliere se sarà una pena o un’opportunità. Ma mentre ne discutiamo, ricordiamoci che il futuro di chi vorrà rimanere in questi territori sarà ben più complicato degli altri, è nostro dovere prepararli al meglio. Se non sono queste le sfide che la politica si propone di affrontare, allora serve a ben poco.

Andrea Cimarelli

Andrea Cimarelli

Andrea Cimarelli è laureato in Filosofia all'Università degli Studi di Macerata. Coltiva, la terra per mestiere, l'amicizia per passione, se stesso per vocazione. Già redattore della rivista Ritiri Filosofici, osserva il mondo per comprenderlo e difenderlo. Collabora attivamente con l'hub Territorio e Ambiente della Rete di Civici Per l'Umbria. Favorevole a vaccini, matrimoni gay e 5g.

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